Strategia Nazionale per le Aree interne, ennesima mortificazione per l’alto casertano: la Regione guidata da Caldoro firma una delle pagine più nere in tema di programmazione territoriale. L’approfondimento di Marco Fusco.

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“Strategia Nazionale per le aree interne”: l’Alto Casertano non può essere escluso. La Regione non ha seguito il Protocollo del Governo Nazionale.

di Marco Fusco

Ennesima mortificazione per l’alto casertano. Ancora una volta la regione Campania firma una delle pagine più nere in tema di programmazione territoriale. L’area del Matese campano non può essere esclusa dall’atto di indirizzo che la regione Campania è tenuta ad elaborare nell’ambito del documento “Strategia Nazionale per le Aree interne” relativo alla programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento europei, per la candidatura all’individuazione del “Progetto Prototipo” da finanziare. Non vorrei ricordare agli “illuminati” tecnici della regione le procedure da seguire per la individuazione delle aree da inserire nel documento strategico per le zone interne. Presso il Dipartimento Ministeriale per lo Sviluppo Economico, ci sono ben 14 delegati coordinati dalla dottoressa Sabrina Lucatelli che hanno il compito di coordinare i lavori in ambito locale attraverso un tavolo di confronto di sindaci, imprenditori, esponenti del mondo della cultura, dell’associazionismo e della società civile. Mi chiedo: tutto questo è stato fatto da noi? In Molise, ad esempio, tutto questo è stato fatto con risultati straordinari e con il coinvolgimento anche della chiesa locale. Alla delegazione interministeriale occorre presentare le caratteristiche di identità, le risorse, le attività economiche ed i servizi attuali, ma anche l’idea di progetto prototipo sulle potenzialità di sviluppo dell’area in relazione al piano delle attività economiche come nel campo dei servizi scolastici, delle politiche sociali integrate, della sanità e della mobilità sul territorio. Questa è una ghiotta occasione che l’Alto Casertano non può perdere assolutamente! La eventuale esclusione della nostra area dalla programmazione della “Strategia Nazionale delle aree interne” rappresenterebbe il colpo di grazia per un territorio già pesantemente penalizzato da tagli e riduzioni di servizi essenziali per la popolazione. Si ha l’impressione che ancora una volta il governo regionale ha preferito evitare il confronto con i portatori di interesse della nostra area e decidere autonomamente rimanendo nelle comode stanze del Centro Direzionale di Napoli. Qui dobbiamo delineare le line di sviluppo del sistema energetico, agro-alimentare, zootecnico, artigianale, turistico, culturale, nonché quelli relativi alla salute, alla rete scolastica, all’educazione permanente, alla mobilità e ad un sistema integrato cultura-turismo. La dottoressa Sabrina Lucatelli, in un incontro tenutosi nel vicino Molise, aveva invitato gli amministratori locali a non finalizzare il lavoro unicamente al raggiungimento del finanziamento previsto dai fondi europei, ma ad operare per costituire tra i comuni una sorta di “Unione” non solo amministrativa, premessa per una graduatoria nei finanziamenti tra le aree interne e per una funzione amministrativa non dispersiva e frammentata. Con questo orientamento si possono programmare accordi di coordinamento dei servizi, forme di aggregazione quali il P.R.U.S.S.T.(Programma di riqualificazione urbana e sviluppo sostenibile del territorio, promozione dello sviluppo locale. A tutto questo i sindaci dell’alto casertano stanno rispondendo con varie iniziative, condividendo percorsi innovativi che vanno nella direzione auspicata dall’Unione Europea. Non c’è altra via per superare le difficoltà economiche ed amministrative dei piccoli Comuni montani, per costruire sinergie operative e solidali, ma soprattutto per dare al territorio delle aree interne una governance razionale, innovativa ed utile al miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Per questo i sindaci devono ribellarsi a quanto stabilito in sede regionale sul fronte aree interne, scendendo in piazza e chiamando a raccolta associazioni, chiesa locale, cittadini. E’ in gioco la sopravvivenza del nostro territorio. E’ in gioco il futuro dei nostri figli.

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