Terra dei fuochi. Ora è l’acqua a preoccupare. Ditte e nomi finiti nelle mani dell’antimafia.
Molte analisi sulla potabilità dell’acqua non furono mai eseguite direttamente dalla Regione Campania, ma da laboratori privati senza alcuna convenzione con la Regione.
Lo scorso anno venne aperto un apposito fascicolo d’indagine dalla Procura Antimafia di Napoli sull’affidamento di incarichi “sospetti” di opere pubbliche commissionate dalla Regione Campania in regime di somma urgenza, senza cioè passare prima per gare ad evidenza pubblica. Il filone investigativo verte sulla potabilità dell’acqua nelle province di Napoli e Caserta e conduce al settore “Ciclo Integrato delle acque” della Regione, uno specifico ufficio dell’ente regionale che ha in servizio 29 dipendenti, oltre ad un direttore. La società che si ocupava dei lavori aveva sede nei Comuni di San Cipriano d’Aversa, Casapesenna e Aversa: alcuni soci finirono inevitabilmente nelle mani dell’Antimafia, la cui Procura stava indagando nello specifico sul boss dei Casalesi, Michele Zagaria. La cosa strana è un’altra: molte analisi sulla potabilità dell’acqua non furono mai eseguite direttamente dalla Regione Campania, ma da laboratori privati senza alcuna convenzione con la Regione.