Una tragedia che ha gettato nel dolore diverse comunità, quella di San Felice a Cancello e quella di Senigallia.
Una tragedia che ha gettato nel dolore diverse comunità,quella di San Felice e quella di Senigallia. Morire a 20 anni a 20.000 chilometri da casa, non si può. La tragica fine di Clementina Gagliardi, di 25 anni, di San Felice a Cancello, e Martina Pettinelli di Senigallia, morte carbonizzate in un incidente stradale in Australia nelle vicinanze di Port Augusta. L’auto sulla quale viaggiavano, in fase di sorpasso, è andata a scontrarsi contro un camion cisterna. Le due giovani sono morte sul colpo. I genitori sono chiusi nel dolore, gli uni a San Felice, gli altri a nella frazione di Cannella. “Le aspettavamo – spiega un’amica. Quando ho letto della notizia non volevo crederci, speravo avessero sbagliato, invece, me lo ha confermato anche il fratello. Purtroppo Martina non c’è più”. I genitori non sono ancora partiti per l’Australia, restano in attesa. Chi li ha visti, descrive due persone distrutte: “Un dolore immenso – spiega una vicina di casa – per tutti quelli che come noi l’hanno vista crescere. Una ragazza piena di vita, piena di sogni, non può finire tutto così”. A comunicare la notizia in città, anche alcuni giovani senigalliesi che come Martina si trovano in Australia: “Siamo qui a lavorare – spiega Luca Santarelli – Non la conoscevo, ma alcuni miei amici che sono qui con me in Australia mi hanno informato dell’accaduto, così sono andato a vedere i giornali locali. Mi spiace molto, nessuno dovrebbe morire così”. Addolorati anche gli ex compagni di scuola, alcuni hanno postato una foto che ritrae Martina felice, in classe, quando il destino crudele era ancora inimmaginabile. Tanti anche i senigalliesi che hanno voluto ricordare Martina, semplicemente sostituendo la foto del proprio profilo facebook, con il fiocco nero. Sconvolti anche gli amici che la 20enne si era fatta in Australia: “Non vogliamo parlare – scrivono Chiara e Nico, raggiunti in Australia attraverso Facebook – Quello che è successo ha dell’incredibile e non è giusto. Non si può e non si deve morire così a 20 anni”. Una ragazza discreta, amante della natura: “Martina era una sognatrice, i sogni l’avevano spinta lontano – spiega Lucia – Molte volte abbiamo discusso perché lei aveva una visione diversa dalla mia, io sono più realista. Lei ci credeva, credeva che in Australia avrebbe trovato quello che qui non c’era. E così è stato. Era felice di questa esperienza, ma stava per tornare. Non vedevo l’ora di riabbracciarla e mi sembra impossibile pensare che non potrò farlo più”.