Venafro. Maltrattamenti all’asilo ai danni di bambini, dopo l’ok della Camera la proposta di legge arriva in Senato: ma sulla videosorveglianza il Garante della privacy frena.

Disco verde dalla Camera dei Deputati sulla nuova legge sulla videosorveglianza (favorevoli il M5 stelle e tutta la destra, contrari Pd e gruppo Misto): il testo arriva ora al Senato della Repubblica, ma il Garante della privacy già ha messo le mani avanti, considerando le immagini registrate dalle telecamere potenzialmente lesive di diritti altrui, quindi da usare con estrema cautela, anche e soprattutto per il gioco e la crescita dei minori che non può essere sovvertito per la tranquillità dei genitori. Si apre, quindi, il dibattito sul posizionamento delle telecamere di sicurezza negli asili per tutelare i bambini prevenendo i potenziali maltrattamenti. Questi dispositivi fungerebbero anche da deterrente scongiurando la nascita di comportamenti violenti da parte degli insegnanti verso gli alunni. La cosa è molto sentita in Molise, a Venafro in particolare, dove è balzata agli onori della cronaca nazionale i fattacci dell’asilo, dove ai bambini maltrattati ha fatto immediatamente seguito la sospensione delle due maestre (i loro comportamenti sono stati registrati dalle microspie della Polizia). Il testo parla di videocamere a circuito chiuso che potranno essere istallate in scuole materne pubbliche e private e le cui registrazioni saranno visibili dopo denuncia “solo alle forze di polizia. Sarà ora il Garante privacy a definire le garanzie di sicurezza da assicurare ma avrebbe già espresso delle riserve, anche se ha riconosciuto che il testo ha fatto passi in avanti. La norma infatti non prevede l’obbligo ma solo la facoltà di introdurre obiettivi fissi negli asili e nelle strutture socio assistenziali che si occupano di anziani e disabili. Sull’onda dell’indignazione e della condanna unanime nei confronti di comportamenti deplorevoli contro creature innocenti, l’uso delle telecamere parrebbe la soluzione migliore per rendere trasparenti le aule. Tuttavia il cammino di una norma che si invoca da anni continua ad essere irto di ostacoli. Già nel 2013 il Garante si oppose all’uso di telecamere negli asili, con questa motivazione: “Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla libertà di insegnamento, possono ingenerare nel minore, fin dai primi anni di vita, la percezione che sia “normale” essere continuamente sorvegliati, come pure condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti. La tranquillità dei genitori non può essere raggiunta a scapito del libero sviluppo dei figli. Non possiamo, per placare le nostre ansie di adulti, trasformare la società in cui viviamo in un mondo di ipersorvegliati, a partire dai nostri bambini”.

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