PIEDIMONTE MATESE. “Punto e…a capo”, è un libro posto alla mia attenzione, un altro a chi governa la res pubblica piedimontese.

“Villa Comunale versa in un degrado che non dà a Piedimonte Matese un buon biglietto da visita. Si spera che col nuovo Sindaco, Ingegnere chimico, e la squadra della nuova maggioranza, trovi…
di Giuseppe Pace (Esperto internazionale di studi ambientali).
Congratulazione per il libro Punto e…a capo dell’Avv. Luigi Cimino, nativo di Valle Agricola e residente a Piedimonte Matese da quasi mezzo secolo, dopo il matrimonio con Vanda, una docente piedimontese di cui ricordo il fratello con studio fotografico sotto il palazzo municipale. Lugi Cimino, come ricorda nel suo citato libro, autobiografico, è stato pure consigliere comunale di Piedimonte Matese nonché in altri Enti Locali sovracomunali come la Comunità Montana “Matese”, che amministra 17 comuni compresi Valle Agricola e Letino. Il mio coetaneo ed amico di lunga data, Luigi, da qualche anno, con il libro Punto…e capo ha elencato magistralmente tratti salienti della sua vita. Non è il primo né l’ultimo dei suoi libri e numerosi articoli che scriveva già prima degli anni universitari a Napoli, quando ci siamo conosciuti meglio alla mensa dell’Università “Federico II” di via Mezzocannone.
L’Autore, di Punto e…capo, nel capitolo dedicato ai suoi ani universitari, che ho letto tutto d’un fiato la sera stessa che mi ha donato il libro durante i miei 10 giorni trascorsi a fine aprile c.a., a Piedimonte Matese, mi ha fatto ricordare anche i miei anni universitari. Li abbiamo trascorsi insieme in quell’ambiente frequentato ancora dalla maggioranza del fior fiore della gioventù studentesca di gente abbiente, mentre noi due, matesini montanari d’origine, eravamo più espressione di un ambiente agrosilvopastorale. Il giorno dopo ho incontrato Luigi, vicino all’ufficio postale a sud del Municipio, e gli ho palesato l’ammirazione per la ferma determinazione nello studio per poi esercitare l’arte liberale dell’Avvocato, come la mia lo fu per l’arte liberale di Professore. Le Arti Liberali, hanno avuto origine da un processo di evoluzione del suddito del vassallo, dell’abitante del borgo o borghese, che si affrancava, lentamente, dall’essere solo servo della gleba, ecc.
I primi cittadini, dopo i gentili nobili o vassalli, erano: Commercianti, Artigiani, Avvocati, Medici, Farmacisti, Docenti, ecc. che vivevano nel borgo di Alife, Piedimonte d’Alife, Letino, Valle Agricola, Padova, Bojano, ecc. Tale processo o evoluzione del suddito a cittadino, è delineato in 288 pag. del mio libro, ultimo, Canale di Pace. Evoluzione del cittadino per uno stato globale, federato e liberale, Amazon, libri.it. In un altro dei miei saggi Piedimonte Matese e Letino tra Campania e Sannio, ho evidenziato l’ambiente di due comuni matesini dove sono nato e cresciuto, saggio che ho posto, il 27 c. m., all’attenzione del nuovo Sindaco ed Assessore alla Cultura della cittadina di Piedimonte Matese, dove ho abitato dal 1963 al 1976, dopo mi trasferire a Padova.
A ricevermi, dopo appuntamento chiesto in segreteria municipale, è stato l’Assessore alla Cultura e, casualmente credo, sono stato ricevuto anche dalla Giunta municipale, che si apprestava, suppongo, a preparare l’o.d.g della seduta consiliare del giorno dopo 28 c. m.. Come autore del libro, citato e donato alla nuova guida della res publica di Piedimonte Matese nutro la speranza che venga degnamente presentato pubblicamente in modo più decoroso di altri precedenti Amministratori locali. Questi, terzultimi e penultimi, mi sono apparsi poco sensibili alla Cultura e al decoro cittadino, un esempio eclatante lo vedo nella Villa Comunale, che versa in un degrado che non dà a Piedimonte Matese un buon biglietto da visita, anche turistico. Si spera che essa, con il nuovo Sindaco, Ingegnere chimico, e la squadra della nuova maggioranza, eletta dai piedimontesi, non a stretto margine percentuale, trovi un più qualificato decoro cittadino.
Poichè il nuovo Primo cittadino di Piedimonte Matese, è espressione d’imprenditorialità, non credo sia abituato ad ammucchiare chiacchiere su chiacchiere come i suoi colleghi precedenti e gran parte degli Assessori, alcuni “Signorsi” come l’inchiesta della coraggiosa Magistratura “Asso pigliatutto” ha evidenziato. Ho già manifestato simpatia per il “punto e a capo”, con il nuovo Sindaco e la sua compagine di maggioranza. Sono agli inizi del mandato elettorale e una delle due opposizione sembra voglia imporre anche gli ordini del giorno del consiglio (come spendere i soldi del Pnrr) che spetta alla Giunta esecutiva.
Incontrando in questi giorni il dr. Rosario di Lello, che conosco da decenni ed apprezzo i suo numerosi scritti dedicati al Matese ed oltre, mi ha fatto notare che i pastori erano molto più evoluti dei contadini perché conoscevano altre culture lontane a causa della pratica della transumanza. Gli ho precisato che il mio capitolo dedicato alla Transumanza in Canale di Pace…, ho descritto soprattutto i pastori matesini e mio nonno omonimo di Letino con una foto di 6 pastori transumanti letinesi a Mondragone nel 1924. Con l’altro cittadino piedimontese, Avv. Camillo Contenti, l’estate scorsa, abbiamo ascoltato il dr. Di Lello, a piazzetta Carmine di Piedimonte Matese, dove ammiro spesso la fontana ideata dall’artista alifano A. Parisi (con le cascate ha voluto onorare il Matese generatore di acque, che ho messo nel capitolo “La memoria ancestrale dell’acqua” nel libo prima citato, pubblicato e distribuito da Amazon) mentre ci descriveva due telaietti di lavorazione della lana, visti in un museo di un’isola greca e poi visti a Pietraoja e a Letino. Gli ho precisato che Letino si può ritenere d’origine greca, ma non il vicino Gallo Matese, la cui origine è longobarda, mentre nulla ho da precisare per Pietraroja, paesetto di cui avevo letto sull’Annuario della comune ASMV, l’articolo dedicato alle Focarelle. Del massiccio orografico matesino tra Molise e Campania, sia Rosario di Lello, che Luigi Cimino ed io abbiamo scritto non poco anche sotto la guida pioneristica del nostro Maestro, Dante Bruno Marrocco, figlio di Raffaele al quale è stato dedicato il Museo Civico di Piedimonte Matese.
Stavolta l’interesse di ricerca di Luigi Cimino, con Punto e…a capo, sono stati i ricordi per fare memoria ai parenti, paesani ed amici, eufemisticamente potrei dire che ha scritto un altro “Affronto”, romanzo che lessi circa tre decadi fa. L’Autore di Punto e…a capo, è una persona colta, che si è fatta da sola dapprima alle scuole (ad iniziare dalle prime classi elementari frequentate in Brasile dove la famiglia era emigrata da Valle Agricola) poi al seminario, al liceo classico e all’Università. La sua è una preparazione solida dal punto di vista lessicale ed elegante nello scrivere, sicuramente meglio della mia che difetta di scuole meno qualitative frequentate: elementari e avviamento agrario a Letino ed Itis a Piedimonte d’Alife nel 1963/68.
Nel libro suddetto di L. Cimino, noto molta gratitudine e tolleranza verso chi non sempre è stato leale, onesto e collaborativo. I nomi dei suoi professori, dei colleghi avvocati, degli amici amministratori, ecc. sono inanellati in una corona lunga di ricordi come gi affetti parentali. Punto e…a capo, mi è piaciuto più dell’“Affronto”, perché non c’è la quasi spasmodica voglia di ritornare al paesetto nativo, tranquillo della magica fanciullezza dove la bella ragazza aspettava il ritorno del primo amore fiorito. Luigi, credo che sappia che considero la nostalgia una debolezza umana che non fa maturare la personalità verso l’età adulta. In etologia fu scoperto l’Imprinting o prima impronta.
L’Imprinting è valido, almeno per i mammiferi placentati come l’Homo sapiens, fino a circa 2 anni quando il bambino comincia ad essere autonomo, poi la cultura nostrana lo fa giungere, come cure parentali, fino alla maggiore età. Ultimamente la cultura giuridica ha stabilito che anche lo studente universitario, dunque dopo i 18 anni, ha diritto ad essere mantenuto dai genitori fino al regolare compimento del corso universitario frequentato.
Da tempo vado ribadendo che l’Ambiente è un insieme di Natura e Cultura, dove la seconda è più importante e, in parte, plasma la prima. Luigi Cimino ha pubblicato pure un interessante libro dedicato al fiume Lete, che nasce a Letino. Egli non ne trascura il mito, che mi affascina e mi interessa per la ricerca ultradecennale sulla memoria ancestrale che sto conducendo come una sorta di scalata montuosa in solitaria. L’acqua è una soluzione con solvente le molecole dell’acqua. Le molecole d’acqua sono polimeriche, mediante legami d’idrogeno detti anche legami della vita. L’acqua, è noto a tutti i cittadini anche poco scolarizzati, è costituita da 2 atomi di idrogeno ed uno d’ossigeno. Tali molecole abbondano sia nella composizione del corpo umano che in quella degli altri animali, vegetali ed altri regni tassonomici. Nelle meduse come nelle spugne la percentuale d’acqua raggiunge elevati percentuali, oltre l’80%, mentre nel corpo umano anziano solo il 60%, nei bambini, invece, più del 70%. E non basta a sottolinearne l’utilità essenziale, la sua presenza sul pianeta Terra supera il 72% costituendo l’idrosfera, la sfera più essenziale della litosfera, atmosfera e biosfera, che è l’ambiente dei viventi. Dunque dire acqua è dire vita e ciò lo sanno in particolare i naturalisti e gli artisti. Come naturalista ribadisco che L’ambiente locale può essere quello di un piccolo comune come Letino di meno di 1000 abitanti, quando vi sono nato nel 1948 era di 1300, più grande come Padova, Kiev, Mosca, Pechino, Cairo, Istanbul, New York, ecc. oppure l’ambiente sovranazionale dell’Unione Europea, fino all’ambiente globale che comprende circa 203 stati con il proprio territorio e paesaggio. Il paesaggio dei paesi sia ex comunisti ed ancora comunisti, ha non pochi segni di identificazione e di lettura, analogamente si osservano similitudini tra i paesaggi dei paesi capitalisti. Ma non è questa la sede per entrare in numerosi dettagli paesaggistici a cui non sfuggono le chiese o l’assenza di esse che curano ed amministrano il sacro presente nell’Homo sapiens. Spesso l’Ambiente naturale viene abbruttito dalla non curanza degli uomini che lo deturpano con l’abbandono di immondizia di ogni tipo e con strade o immobili non adatti all’armonia di un certo limitato paesaggio. L’Ambiente sociale del Molise è molto più simile all’ambiente dell’alto territorio casertano e del beneventano che non al restante territorio campano. Ecco perché lo scrivente, ma non solo, auspica da decenni la Regione Sannio per comprendere il territorio molisano, beneventano, alto casertano, basso chietino e alto foggiano, fino ad avere un milione di residenti. Il Paesaggio molisano resta ancora a diffusa naturalità anche per la bassa densità di popolazione dei 136 comuni, ma anche i circa 50 comuni dell’alto casertano e tutti quelli beneventani sono simili. In Campania il paesaggio era ed è bello anche se macchiato da grosse chiazze scure dovute alla “Terra dei Fuochi” e ad altre cose poco edificanti. Il paesaggio campano come altrove rappresenta “le fattezze sensibili di una località”. Al Museo del Prado di Madrid l’arte del Seicento napoletano fa onore ai campani con i pittori: P. Porpora, G. B. Ruppolo, G. Recco, L. Forte, M. Spadaro, C. Sellito,, B. Cavallino,, A. Falcone, F. Solimena, G.B. Caracciolo, L. Giordano, ecc.. L’Ambiente della Regione Campania è esteso oltre 13 mila kmq ed abitato da quasi 6 milioni di persone. Queste abitano in 551 comuni (nella cintura di Napoli vi sono molti comuni di oltre 100 mila abitanti, mentre sul Matese sono di piccole dimensioni come Ciorlano, Fontegreca, Letino e Gallo Matese). In ogni ambiente sono importanti i flussi di relazioni che vi escono e vi entrano, soprattutto per il futuro con internet, come ben promuove la preside che è pure Vicesindaco di Piedimonte Matese. La Campania, in Italia, è da decenni un gigante politico e un nano economico, ma ciò sembra essere valido per tutto il Mezzogiorno nostrano di cui Napoli è, per molti, la “stella polare” come la considerava un piedimontese illustre morto nel 2006. Di tale personaggio ne ho parlato nel libro donato alla nuova maggioranza elettorale del comune di Piedimonte Matese. L’ambiente biofisico campano è caratterizzato dai monti, dalle colline e dalla pianura omonima, che ha primati nazionali di produttività per ettaro in molte colture come pomodoro, nocciola, arachide, tabacco, fagiolo, uva, pesca, anguria, mandarino, pera, mela annurca, ecc. Il Parco Naturale Regionale del Matese, adesso Nazionale con i comuni molisani a nord, non riesce a far decollare l’economia locale, né frenare l’esodo delle zone montane tra Campania e Molise, idem le comunità montane del Matese, dove da tempo lo scrivente auspica anche una galleria di valico tra Gioia S., Cusano M. e Guardiaregia. Per essa svolsi una Tesi al X Corso di Perfezionamento in Ingegneria del Territorio all’Università di Padova nel 1994 e la illustrai sia alla Camera di Commercia IAA di Campobasso ai Tecnici ambientali del Molise (“Valutazione d’Impatto Ambientale della Galleria del Matese” e il giorno dopo alle Guide turistiche, “Punti di Attrazione turistica dell’intero Matese) che al Convegno di Cusano Mutri il 30/01/1999. Di tale galleria come cerniera di collegamento rapido tra Campania e Molise ha scritto pure Lugi Cimino sull’Annuario dell’ASMV. In Campania le eccellenze non sono poche, ma sono tante le pastoie burocratiche e i freni che ingessano lo sviluppo locale. Al Sud d’Europa e d’Italia cresce la povertà (al Nord Italia cresce la richiesta di maggiore autonomia regionale su 23 materie previste dall’art. 117 della Costituzione). A guidare il decentramento amministrativo è la mia Regione d’elezione, il Veneto. Io sesso mi interesso di decentramento scolastico per il partito pensionati oltre ad averne ricoperto la carica di segretario provinciale. Al Sud, invece, compreso lo Svimez, la cultura del Meridionalismo piagnone (espressione coniata dal cultore di Economia, Carlo Maranelli, noto studioso meridionalista) non è propositiva. In tutta Europa, il Sud, dei Paesi che la costituiscono, è ad economia più attardata e dunque più agricola del Nord. Il Pil pro capite del Meridione è pari al 55,2% di quello del Settentrione. Si allarga la forbice tra il Nord e il Sud del comune Paese, accentuata dalla crisi degli ultimi anni. Durante la seconda metà del XX secolo sono stati fondati in Italia una quantità notevole di piccoli musei per rispondere alle richieste di una popolazione sempre più esigente e, attualmente, sono presenti nel territorio nazionale più di 4500 musei e quelli campani non mancano come il museo campano di Capua, del Sannio di Benevento, della Reggia di Portici, civico di Piedimonte M., del Paesaggio di Letino e, in futuro, pure il palazzo ducale dei nobili Gaetani? In Campania le scuole, i musei, i luoghi pubblici dovrebbero essere luoghi di promozione culturale per uno sviluppo più ordinato e di qualità. Manca ancora imprenditorialità anche per promuo0vere musei e non lasciarli gestire per fare il posto agli impiegati spesso indifferenti al servizio erogato ai cittadini. Ma la secolarizzazione o indifferenza coinvolge non pochi dei quasi 3 milioni di statali, purtroppo! I suoi musei scientifici e tecnici sono pochi in Meridione, e tutti andrebbero resi più fruibili e noti al vasto pubblico e ai turisti, non solo scolastici. Un plauso va dato al preside Nicolino Lombardi dell’Istituto Industriale di Piedimonte Matese, Naturalista, Autore di saggi e promotore della mostra dei trattori e trebbiatrici del Sannio, esposta nei locali sotterranei dell’Itis G. Caso. Egli promosse pure il mio libro “Piedimonte M. e Letino tra Campania Sannio” ai suoi non pochi docenti, ma non pare che questi siano interessati alla lettura dell’ambiente locale. La Campania è un insieme di natura e cultura straordinariamente bello, ma problematico, anche se ricco di potenzialità positive da direzionare verso uno sviluppo più democratico con crescita del reddito di molti. Per fare ciò bisogna rimboccarsi le maniche e promuovere imprenditorialità.