BELLONA. Tasse locali e fondi insufficienti, il Sindaco Filippo Abbate alza la voce dopo la recente relazione della Corte di Conti sulla finanza locale: “Comuni al Sud in ginocchio”.

 

bellona sindaco abbate“E’ diabolico quello che il governo fa in danno dei comuni – senza mezze misure il primo cittadino Abbate. Abbiamo subito un milione di euro di tagli: non possiamo chiedere altri sacrifici alla nostra gente già ridotta a pane e dignità”.

Duro sfogo del primo cittadino di Bellona, Filippo Abbate, che interviene a proposito della recente relazione sulla finanza locale diffusa dalla Corte dei Conti: “Il primo cittadino di Bellona non se la sente di tacere rispetto alle oppressioni del governo centrale. E’ diabolico quello che il governo fa in danno dei comuni. Ed è oltremodo asfissiante sottostare a una politica protesa al rafforzamento del divario tra sud e nord del Paese nell’epilogo di un contesto ultradecennale dove la propaganda elettorale, fine a se stessa, ha abusato proprio della cosiddetta questione meridionale per promettere interventi che, come si vede, vanno esattamente nell’opposta direzione. Abbiamo subito un milione di euro di tagli, che quest’anno, sommati ai tagli indiretti dovuti alla quota di copertura annuale dei 5,4 milioni di debiti ereditati a partire dagli anni novanta, sfiorano i due milioni. Tutto questo, secondo qualche professorone disinformato o in malafede, dovrebbe essere compensato dalle entrate della TASI. Ma, al di là della contrarietà alla tassazione della prima casa, la TASI comporta, nella più rosea previsione, un’entrata di 590.000 euro. Dove si devono andare a prendere i restanti soldi per garantire sufficienti servizi alla popolazione? Con un bilancio ridotto a metà rispetto agli anni scorsi riusciamo a pagare si e no i costi fissi. Diventiamo semplici osservatori di una condizione di crescendo disagio oramai costretti ad aggiungere buchi sulla cinghia un giorno si e l’altro pure. Se Bellona e tutti i piccoli o medi centri del sud si trovassero, invece, in realtà tipiche del nord dove ci sono attività produttive importanti, beni pubblici e privati, famiglie con redditi decenti e condizioni di vita agiate, sarebbe tutto più semplice, ma non possiamo chiedere altri sacrifici alla nostra gente già ridotta a pane e dignità. Il sud c’è, è parte dell’Italia e non lo si può vessare oltre limiti di sopportabilità.

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