Caserta. Scovato in Albania un killer della Camorra: Vincenzo Mango del clan Belforte.

mango vincenzo

Arrivato all’aeroporto di Fiumicino, l’uomo è stato accompagnato dal personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, dove è stato preso in consegna dai poliziotti di Caserta e portato direttamente in carcere.

Condannato a 18 anni di carcere è stato arrestato dalla Squadra mobile di Caserta dopo essere stato rintracciato in Albania dove si nascondeva e viveva facendo il falegname. Si tratta di Vincenzo Mango del clan Belforte, detti i “Mazzacane“, responsabile dell’omicidio di Ciro Salzano avvenuto a San Nicola la Strada nel 2000. Ieri pomeriggio è arrivato all’aeroporto di Fiumicino, accompagnato da personale del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia; qui è stato preso in consegna dai poliziotti di Caserta e portato direttamente in carcere. L’omicidio dello stesso affiliato alla cosca era stato deciso per arrestarne le ambizioni di ascesa nell’organizzazione, a seguito dell’omicidio di un altro affiliato di spicco, il pregiudicato Michele Cangiano. L’incarico di attirare nella trappola il Cangiano venne affidato proprio a Salzano che, a sua volta, mirava a sostituirlo nel ruolo di capo zona. Gli agenti della squadra mobile riuscivano a ricostruire la dinamica dell’omicidio, anche grazie alle riprese del sistema di videosorveglianza di una ditta che era a pochi metri dal luogo dell’omicidio, delineando i ruoli di tutti coloro che parteciparono alla decisione ed alla esecuzione materiale. La vittima fu attirata in un tranello e venne uccisa nei pressi del mattatoio comunale di Caserta; la macchina con cui Ciro Salzano era arrivato fu abbandonata ed incendiata poco lontano dal luogo del delitto. Il latitante, falegname, nel clan Belforte svolgeva il ruolo di esattore di tangenti nel comprensorio di Macerata Campania. All’indomani dell’omicidio, si era trasferito nel modenese, dove aveva cambiato vita. Poi, nell’imminenza della sentenza definitiva relativa al processo che lo vedeva coinvolto insieme agli altri affiliati del clan, si era rifugiato in Albania dove aveva trovato lavoro come falegname.

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