PIEDIMONTE MATESE. Il Covid-19 stimola la crescita del digitale a scuola nonchè nuova economia.

“Quella scuola già anni fa con il preside, Gino Tino, fece cose egregie e innovative. La scuola è lo specchio della società nel tempo?”.

di Giuseppe Pace (Sp. in Ecologia Umana Internazionale all’Università di Padova).

Si plaude all’iniziativa della media “G.Vitale” di Piedimonte Matese, riportata da questo media l’11 c. m.:”PIEDIMONTE MATESE. Didattica a distanza, l’efficienza della “Vitale” con le lezioni su internet. La preside Pascale: “La nostra scuola in grado di garantire queste opportunità”. Quella scuola già anni fa con il preside, Gino Tino, fece cose egregie e innovative. La scuola è lo specchio della società nel tempo? Dovrebbe, ma per il territorio dell’antica Regione storica del Sannio è meglio se lo specchio è proietta nel presente-futuro che nel presente-passato poiché non molto funziona bene come dovrebbe anche se meglio dell’area metropolitana campana. L’apertura al digitale della Vitale è un’iniziativa futuribile poiché apre le porte alle lezioni aperte: tutti possono vedere il contenuto che propone il docente, che non resta chiuso nella sua torre d’avorio sia per insegnare bene che meno bene come fanno non pochi docenti impiegati in Italia nostrana. Ma vediamo cosa succede anche nella scuola romena ad esempio. Italia e Romania hanno troppe scuole pubbliche statali quasi gratuite e pochissime scuole libere o private, che sono meno portatrici di becera burocrazia e meno secolarizzate o indifferenti ala reale trasmissione culturale. Una riforma radicale urge per entrambi i Paesi dell’Unione Europea, simili per storia, lingua e tradizioni. Oggi è possibile cominciare tale cambiamento radicale con il, sopraggiunto dalla necessità, sistema digitale, che permette di fare nuove, trasparenti ed aggiornate lezioni scolastiche. Bisogna approfittare dell’occasione che costa meno e senza grandi dibattiti ideologici inconcludenti sulla scuola, che entrambi i Paesi latini suddetti, smentendo i dati dell’OCSE, senza alcun pudore, autogratificano la qualità delle loro scuole ed università. Non è così romeni e italiani sono messi male nella graduatoria mondiale della qualità dell’istruzione pubblica. Il virus che sta causando l’attuale epidemia, soprattutto in Cina, Corea del Su e Italia, appartiene alla famiglia dei coronavirus ed è un ceppo nuovo, quindi che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. L’11 febbraio 2020, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha annunciato il nome della malattia provocata dal nuovo coronavirus: “COVID-19”, dove CO sta per corona, VI per virus, D per disease (malattia) e 19 indica l’anno in cui si è manifestata. Gli studiosi dell’Ecdc (European Centre for diseases prevention and control), basandosi sulle attuali conoscenze epidemiologiche, sui punti di forza e di debolezza dei Paesi membri dell’Unione Europea e sulle maggiori criticità che potrebbero insorgere, hanno caratterizzato la possibile evoluzione dell’epidemia di Covid-19, identificando tre scenari sequenziali nella sua diffusione.“Il primo scenario riguarda catene di trasmissione corte e sporadiche. Il secondo scenario, invece, concerne la trasmissione sostenuta limitata del coronavirus:“In questa ipotesi, il virus si diffonderebbe rapidamente. Il terzo scenario si divide in trasmissione “sostenuta e diffusa con crescente pressione sul sistema sanitario” e “trasmissione diffusa con sistema sanitario sovraccarico”: “Con l’aumentare dei casi di Covid-19 convertire i sistemi di sorveglianze dell’influenza e sfruttarli per la segnalazione di casi sintomatici sospetti consentirebbe, inoltre, di descrivere diffusione, intensità e gravità del virus. I cittadini dovrebbero essere informati su cosa possono fare per ridurre la pressione sul sistema sanitario. Nel secondo caso, invece, potrebbero totalmente cambiare le statistiche attuali. I dati sulla letalità di Covid-19 sono provvisori, anche se al momento sembra che siano gli anziani e le persone affette da altre patologie a correre il rischio più elevato. Data la grande incertezza, l’Ecdc suggerisce calorosamente agli organismi di sanità pubblica e agli istituti di ricerca di continuare a lavorare insieme:“Gli sforzi devono essere rafforzati e coordinati, anche in tema di comunicazione del rischio”. Ma vediamo l’aspetto positivo che il Covid19 sta causando sull’istruzione e l’economia. In tutto il mondo le grandi città sono “hub” dello sviluppo delle nazioni. Ecco tutti i progetti per trasformare la regione da small a smart. Il mercato che si trasforma richiede anche alle imprese la capacità di innovarsi, soprattutto per quello che riguarda il digitale. Infatti, se dai dati dell’indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI risulta che quasi il 90% degli imprenditori è cosciente dell’importanza dell’innovazione e del digitale, in pratica gli investimenti che le aziende fanno per adeguarsi sono ancora troppo bassi. Come si è riorganizzato il sistema della formazione per ovviare alla chiusura di istituti e atenei? Lezioni on-line, esami telematici, persino discussioni di tesi via internet. Ecco alcuni degli esempi in Veneto. E non sappiamo ancora fino a quando durerà lo stop. Per fortuna oggi sono sempre di più le imprese che decidono di affidare le attività digitali in outsourcing, assegnando a una risorsa interna, che sia un responsabile IT o un Innovation manager, la gestione dei progetti di innovazione. Si tratta di prodotti professionali, realizzati da altre aziende fornitrici specializzate in servizi di vario tipo. Per verificare l’affidabilità di queste realtà, è preferibile raccogliere quante più informazioni commerciali possibili su un portale come i CRIBIS, che offre dati ufficiali sulle aziende molto utili per diverse finalità. La principale sfida che ora si pone alle imprese coinvolte in processi di digitalizzazione è di riuscire a integrare le nuove attività con quelle vecchie al fine di migliorare i propri prodotti e/o servizi a beneficio dei clienti. Tuttavia si pone spesso il problema della gestione di un tale processo, anche considerando che gli investimenti in innovazione e sviluppo risultano alquanto marginali. Inoltre, bisogna tenere conto del fatto che il digitale è un settore in rapido cambiamento, si evolve continuamente, e le aziende non riescono a stare al passo. Infine, spesso e volentieri mancano le risorse interne da indirizzare verso la trasformazione digitale e, anche per questo, si è portati a rivolgersi a ditte fornitrici esterne. Nel prossimo futuro si prevede, secondo quanto dipinto dal Connectivity Benchmark Report 2020, che 3 aziende su 4 avranno un impatto negativo sul fatturato se non si adegueranno al più presto Boomi svela il servizio ICoe, in grado di supportare le imprese nello sviluppo del proprio framework e nella fase di gestione e crescita digitale. Integration Center of Excellence è frutto dei servizi professionali di Boomi ed è stato sviluppato in collaborazione con i principali system integrator globali. Il sistema vanta con oltre 10.000 clienti, standardizza e accelera lo sviluppo dell’integrazione, riduce i costi IT e fa sì che le aziende possano connettere tra loro più rapidamente e facilmente i dati, le persone e i dispositivi necessari alla trasformazione digitale. Boomi offre il servizio ICoE come parte del suo Customer Success program, riservato alle realtà enterprise. Rispetto ad altre proposte sul mercato, il servizio ICoE combina le più moderne pratiche di sviluppo e gestione con la Piattaforma Unificata Boomi, offrendo un ambiente IT più produttivo, flessibile e collaborativo. In 12 anni, dicono gli esperti, avremo oltre il 25% di tecnologie innovative e diversa economia non più tradizionale. Ben venga non il COVID19, ma la ricaduta socioeconomica della crescita dell’uso del sistema digitale. L’approccio multidisciplinare dello studio ambientale, inteso come insieme di natura e cultura, è sempre da favorire perché la realtà ha la sua implicità complessità. Non si ritiene superfluo ribadire anche quanto esprime il saggio: «L’utilità dell’inutile» è il titolo di un fortunato bestseller, pubblicato in francese nel 2013 e tradotto in numerose lingue – incluso, in prossima edizione, il romeno – di Nuccio Ordine, illustre specialista di studi sul Rinascimento e direttore, insieme a Smaranda Bratu Elian, della «Biblioteca Italiana» edita da Humanitas. Le discipline umanistiche, ritenute «inutili» nella logica mercantilistica della nostra società, sono invece indispensabili per il miglioramento di sé e la crescita dell’umanità. Siamo in presenza di una situazione nuovissima senza precedenti storici di riferimento. Sul piano sanitario il sistema sanitario entrerà in difficoltà. Rischia inoltre di aumentare la paura, continuamente alimentata da una informazione crescente e invasiva e ansiogena. Soprattutto siamo già dentro una crisi economica dalle conseguenze incalcolabili, più devastante, anche dal punto di vista sociale, degli effetti ad oggi più visibili della epidemia in corso che l’Oms già chiama pandemia perché interessa il mondo. Dunque il coronavirus ha stimolato il sistema digitale in modo sorprendente, cogliamone le opportunità. Ritornando alla scuola che opera in digitale nel territorio piedimontese, leggiamo il messaggio innovativo della Dirigente scolastica al quale si riplaude per l’iniziativa:”vi comunico che la nostra Istituzione scolastica, in linea con le direttive del Consiglio dei Ministri e del MIUR, si sta organizzando per garantire la didattica a distanza, così come segue: – Utilizzo del Registro Elettronico; – Deposito del materiale nella sezione “Materiale didattico” del Registro Elettronico. – Ulteriore spazio virtuale della didattica (in attesa di attivazione). Tutti i docenti si stanno reciprocamente supportando, confrontandosi all’interno dei Consigli di Classe, condividendo modalità operative per una didattica a distanza che possa assicurare un percorso formativo adeguato per tutti gli alunni. Vi chiediamo una fattiva collaborazione, aiutando la scuola a fare del proprio meglio”. Inoltre la dirigente ha aggiunto: “Penso che la didattica a distanza non sia la cosa migliore per la comunicazione: a differenza del rapporto di insegnamento dove si stabilisce una relazione educativa. E’ vero comunque che i docenti e gli alunni si stanno sperimentando in tutte queste attività, a volte molto gratificanti, però la scuola ha bisogno sempre di un rapporto di apprendimento. La scuola è dotata di un sistema integrato con le classi virtuali, quindi è necessario cooperare per costruire materiale didattico, ma non interrompere il discorso formativo. Si può utilizzare questo sistema anche per informare i genitori e per i ragazzi che sono costretti a casa per motivi di malattia: sono supporti che favoriscono la individualizzazione e la personalizzazione dell’insegnamento. Ma quante scuole in Italia sono capaci di reggere queste energie? Penso ancora poche e sono pochi i docenti che hanno dimestichezza con l’uso di tecnologie. La nostra scuola è predisposta ad operare queste scelte: siamo in grado di garantire a tutti gli studenti le stesse opportunità. In momenti di emergenza come quello che stiamo vivendo è importante che rimanga un collegamento tra famiglie, alunni e docenti: anche quelle famiglie che non hanno un collegamento ad internet, anche se sono poche oggigiorno, bisogna conoscere le situazioni e la scuola deve raggiungerle, mettendo a disposizione materiale didattico, come fotocopie e quant’altro”. Certo non tutti i docenti usano il computer, ma ciò non gli fa onore poiché verranno giudicati male dai discenti o dai genitori soprattutto giovani. Noi viviamo nel mondo globalizzato ed internet è il sistema che ci permette di aprire la finestra anche oltre il grigiore del vicinato e prendere esempi positivi da ambienti sociali più avanzati, meno pressappochisti e del ”vogliamoci tutti bene” poi molti agiscono senza il necessario rispetto delle regole civili.

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