PIEDIMONTE MATESE. L’assessore Marcellino Iannotta e l’avvicinamento al NCD: “Ma quale Nuovo Centro destra, resto nel PD, ma pretendo rispetto”.

Cappello+Iannotta

Marcellino non lascia il Partito. Il Partito per il momento può stare tranquillo, almeno fino alla scelta del nuovo candidato Sindaco, cosa che avverrà nel 2017, e lì molti nodi verranno al pettine.

Era stato annunciato a suon di trombe un probabile suo divorzio dal Partito Democratico, che a Piedimonte Matese ha contribuito alla formazione, del resto, e di cui è da anni tesserato. Quindi, era stato immaginato un allontanamento dal suo Sindaco, Vincenzo Cappello, proprio lui che aveva fortemente voluto alla guida della squadra che era chiamata ad amministrare la città di Piedimonte Matese all’indomani della “sciagurata” esperienza sindacale del medico Pasquale Musto. Era la primavera del 2006 quando “La Margherita” matesina, ancora guidata dall’indiscusso leader Dante Cappello, attraversava nel comprensorio uno dei periodi più travagliati della sua pur breve storia politica: incomprensioni e divisioni all’interno del partito portarono il gruppo a dividersi tra i pro Musto e pro Grillo (avvocato di Piedimonte che si contendeva la candidatura a Sindaco). Alla fine si scelse Musto, la lista stravinse le elezioni ma durò meno di un anno. Marcellino Iannotta risultò tra i primi eletti e si avviava a fare l’assessore. Vincenzo Cappello era stato già cercato per ricoprire la prima carica, ma la decisione maturò nel volgere di un anno. Nella primavera del 2007, quando l’ammministrazione Musto intanto fu commissariata (per opera dei suoi stessi consiglieri, ndr), Cappello, con Iannotta in lista, raggiunsero quasi il 70% dei consensi. Anche nel 2012 Iannotta a braccetto di Cappello rivinsero le elezioni, stavolta contro la lista di centro destra capitanata da Daniele Ferrucci. In questo frangente nacque il Partito democratico, ed in città “margheritini” e “diessini” si unirono appassionatamente sotto un’unica bandiera.  Ma le frizioni, come in tutti i circoli Pd d’Italia, ci sono sempre state. Anche a Piedimonte Matese. E chi lo nega, nega la realtà. Ora le frizioni paiono più evidenti, ma è la normale dialettica di un partito. Lui, Marcellino Iannotta, dice che “siamo in campagna elettorale e si dicono tante cose”. Anche quella che lui stesse per abbandonare tutta questa storia politica, e migrare nel partito che è di Angelino Alfano, di Paolo Romano, ma anche di Pinuccio Simonetti, che a Piedimonte Matese fa il consigliere di maggioranza. Insomma, avrebbe avuto di colpo dei forti mal di pancia tali… da dover correre altrove. Lui conferma che non è così: “Non lascio il Pd, ma ci vuole rispetto, pretendo rispetto”. Certo, uno come lui abituato a stare in mezzo alla gente (come gli aveva insegnato il Maestro Dante Cappello), ne sente di cotte e di crude tutti i giorni, e forse in questo periodo qualche fischio alle orecchie del Sindaco Cappello sarà certamente venuto, qualche lamentela sulla gestione della macchina amministrativa, ed anche del partito, sarà sicuramente stata detta, e riportata, qualche “infiltrazione” di qualche amministratore nella delega di altri sarà pure avvenuta. Sta di fatto, però, che Marcellino non lascia il Partito. Il Partito per il momento può stare tranquillo, almeno fino alla scelta del nuovo candidato Sindaco, cosa che avverrà nel 2017, e lì molti nodi verranno al pettine.

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