Piedimonte Matese. Rinviati a giudizio i due stupratori originari di Cerreto Sannita che abusarono della giovane ragazza russa al Santuario di San Pasquale.

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Si tratta di Vincenzo Vinciguerra, 38enne di professione cuoco, e Pasquale Barbieri, operaio 44enne.

Con udienza fissata al prossimo 7 marzo 2014 sono stati rinviati a giudizio i due stupratori della giovane ragazza russa. L’episodio avvenne lungo la strada che porta al Santuario di Santa Maria occorrevole, località San Pasquale: i due, dopo aver probabilmetne drogato e fatto bere la 29enne, che nel suo paese è un’impiegata pubblica, abusarono a turno di lei. Anche l’ambasciata russa in Italia si è costituita parte civile nel processo a carico dei due uomini di origini sannite, di Cerreto Sannita in particolare, Vincenzo Vinciguerra, 38enne di professione cuoco, e Pasquale Barbieri, operaio 44enne. Dopo una serata passata in un locale di Piedimonte Matese (la ragazza alloggiava in città da alcuni amici), i due portarono la donna in un posto isolato e abusarono di lei; la stessa donna, non consenziente, si difese riuscendo a sfigurare il volto di uno dei due violentantori. Difatti, i segni lasciti sono stati considerati prove a carico del Vinciguerra. La ragazza riusci a sfuggire ai suoi aggressori e chiamare i carabinieri, da un bar poco distante dal Santuario. Subito sul posto, i militari trovarono il portafogli con i documenti proprio del Vinciguerra e, nel volgere di qualche istante, riuscirono a bloccare i due a bordo della loro vettura, una Ford Fiesta.  ”Mi hanno violentata a turno, dopo avermi fatta bere e probabilmente drogata – il racconto della ragazza – li avevo conosciuti in un bar del centro di Piedimonte, mi avevano offerto della vodka, poi pero’ mi si e’ annebbiato il cervello; mi hanno chiesto di accompagnarmi a casa, ho accettato perche’ non mi reggevo in piedi, ma mi sono ritrovata in una zona isolata; mentre uno mi manteneva le braccia l’altro mi stuprava, poi si sono dati il cambio. Quando hanno finito, sono riuscita a sfuggire al loro controllo e a rifugiarmi nel vicino chalet. E’ stato un incubo”.

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