RIARDO. “Viaggio nel borgo antico, fra meraviglie e orrori. La bellezza e l’eleganza delle strutture oltraggiate dall’incuria e dall’assenza delle Istituzioni”.

“L’attuale Amministrazione, in coerenza con il programma amministrativo del giugno 2018, ha sempre operato per la tutela e la valorizzazione del Centro storico, attraverso bonifiche e messa in sicurezza di strutture…

Il video “Viaggio nel borgo antico, fra meraviglie e orrori. La bellezza e l’eleganza delle strutture oltraggiate dall’incuria e dall’assenza delle Istituzioni”, attraverso il quale l’avv. Domenico Caiazza -Presidente Centro Studi sul medioevo di Terra di Lavoro e studioso di archeologia storia e topografia antica e medievale-, presenta parte del borgo antico ed il Castello di Riardo, commentando lo stato di conservazione ed i lavori eseguiti, censurando giustamente il degrado in conseguenza degli atti di vandalismo ad opera di ignoti, è una interessante “inchiesta giornalistica”, anche se contiene inesattezze sia politiche, che storiche, per cui si forniscono alcune doverose precisazioni. Gli interventi strutturali realizzati si sono sviluppati nel tempo, a partire dagli inizi del decennio 1980, come di seguito si riporta: con il Sindaco Vito Di Nuzzo messa in sicurezza solai primo impalcato,  finanziamento di circa 1 miliardo di lire; con il Sindaco Nicola Rocco finanziamento ex legge 64/86, di poco più di 4 miliardi di lire; con il Sindaco Armando Fusco  finanziamento, ex programma POP, anche questo di poco più di 4 miliardi di lire ed un finanziamento ex legge regionale 457/78 (recupero per uso abitativo) di circa 300 milioni di lire; con il Sindaco Nicola D’Ovidio, su progetto del Sindaco Angelo Izzo, finanziamento ex 8 per mille di circa 1 milione di euro, per consolidamento facciata nord ovest e successivo finanziamento di circa 300 mila euro per realizzazione “sala d’arme” (locali ex scuderia).

Si condivide l’affermazione che gli interventi da realizzare devono avere una concreta finalità di utilizzo del bene riqualificato, tant’è che l’allora amministrazione Fusco alla fine degli anni 90 , a conclusione degli interventi finanziati con il POP e la L.R. 457/78, affidò, previa gara, la gestione della struttura ricettiva (pensione/albergo/pizzeria) alla Società “La  rocca ducale”, come pure furono assegnati gli alloggi ad uso abitativo recuperati con finanziamento Legge Regionale 457/78 a diverse famiglie di Riardo.   Ma l’amministrazione successiva a quella di Armando Fusco alla scadenza del contratto con “La rocca ducale” non ritenne né di prorogare l’affidamento della struttura ricettiva, né di esperire nuova gara per affidarla ad un Operatore commerciale e, da allora, nelle aree riqualificate i vandali hanno compiuto danneggiamenti ed azioni predatorie.

Nel più recente passato invece di destinare finanziamenti alla “sala d’arme”  sarebbe stato più logico realizzare i manti di copertura, per evitare che i setti murari e gli interni del Castello rimanessero esposti alle avversità atmosferiche. Ma, ovviamente, queste sono scelte politiche di chi ha amministrato in tale periodo.

L’attuale Amministrazione, in coerenza con il programma amministrativo del giugno 2018, ha sempre operato per la tutela e la valorizzazione del Centro storico, attraverso bonifiche e messa in sicurezza di strutture ed aree degradate ed ha già approvato  sia uno studio di fattibilità per la  rifunzionalizzazione del castello per € 9 milioni e mezzo, che un progetto di rigenerazione urbana, per altri € 1 milione e 200 mila.

Interventi progettuali candidati per il finanziamento sui fondi del PNRR. Relativamente, poi alle considerazioni di natura storica, senza avere la presunzione di essere esperti, si ritiene dover chiarire che i gradini della scala di accesso al Castello ripropongono l’originaria impostazione, anche se la modificazione strutturale degli spazi non ha consentito di realizzarli come indicato nei documenti storici. Quindi, non è esatto affermare che l’accesso al Castello avveniva a mezzo di rampa in basolato per consentire il transito di carri. Come non è esatto affermare che i resti dell’arco sovrastante via Astraco rappresentano una struttura con finalità militare o per consentire alla castellana di “godere del panorama”.

I ruderi presenti su via Astraco racchiudevano la porta di accesso alla cittadella! Con riferimento alla datazione della “torre quadrata” non si ritiene corretto affermare che la stessa è stata realizzata prima di quelle cilindriche, poiché sia prima, che dopo l’età rinascimentale è documentata la realizzazione di “torri a pianta quadrata” e, poiché la storia si fonda su elementi certi, in assenza di essi si possono solo formulare ipotesi.   Questa Amministrazione, che ha sempre profuso ogni energia e sviluppato ogni iniziativa per valorizzare il centro storico, quale elemento identitario della Comunità, si rende disponibili, da subito, ad un confronto, in contraddittorio, per chiarire le ragioni delle scelte compiute ed illustrare le iniziative intraprese per restituire a “nuova vita” il castello ed il borgo, attraverso una generale riqualificazione e rifunzionalizzazione. Solo la verità sia politica, che storica consente serenità di giudizio e condivisione di scelte.

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