San Potito Sannitico. Mostra Mercato “Il Tartufo del Matese”: domenica 1° dicembre a partire dalle ore 10.00.

Parco Regionale del Matese

L’evento è organizzato dall’Associazione Micologica del Matese sezione Tartufi e patrocinata dalla Regione Campania; Provincia di Caserta; Parco Regionale del Matese; Comune di San Potito Sannitico e Proloco di San Potito Sannitico.

Si terrà domenica 1 dicembre dalle ore 10:00 alle ore 20:00 la Terza edizione della Mostra Mercato “Il Tartufo del Matese” organizzata dall’Associazione Micologica del Matese sezione Tartufi e patrocinata dalla Regione Campania; Provincia di Caserta; Parco Regionale del Matese; Comune di San Potito Sannitico e Proloco di San Potito Sannitico. L’evento ha la finalità di promuovere e tutelare uno dei tanti patrimoni del Matese: il Tartufo. Alle ore 10:30 della domenica, presso la “Sala Multimediale” dell’Ente Parco Regionale del Matese di S.Potito Sannitico, ci sarà un convegno dal titolo: “Il Tartufo nella valorizzazione del territorio” a cui parteciperanno micologi, tecnici ed autorità. Dal Nero degli incontaminati boschi del Massiccio fino ad arrivare al Bianco delle valli matesine il protagonista indiscusso sarà il fungo ipogeo che continua ad affascinare per la sua preziosità e il suo mistero. L’incontro è finalizzato alla tutela del territorio, particolarmente vocato alla produzione dei tartufi, ed alla promozione di un “frutto” del Matese, fino ad oggi poco considerato e destinato soprattutto ad un “mercato anonimo”. Nella piazzetta contigua alla sede dell’Ente Parco si svolgerà la Mostra/Mercato, in concomitanza con il Mercatino di natale 2013 magistralmente organizzato dalla Proloco “Genius Loci”, ove saranno disponibili e degustati i tartufi ed i preparati gastronomici con tartufo. Tartufi freschi e prodotti di tartufo impreziosiranno le strade di san Potito Sannitico, ma ci sarà anche una mostra micologica di funghi epigei spontanei. Ma quali sono i sottoboschi del casertano dove è possibile trovare questa pregevolezza? Sicuramente i Monti Tifatini sono terreno fertile. L’intero territorio è, infatti, popolato da querceti decidui (roverella) e da estese leccete, con interessanti popolazioni di cisto, lentisco ed altre arbustacee mediterranee, simbionti e “comari” per la produzione del tartufo. A San Leucio è possibile trovare il Tuber borchii (Bianchetto) nelle pinete collinari e nelle leccete; ma anche il Tuber aestivum (Scorzone) dei querceti e dei lecceti. Un’altra area di particolare interesse micologico è sicuramente il Monte Massico, in quanto caratterizzato da una fitta vegetazione mediterranea: dalle arbustacee fino ad estese pinete frammiste a spettacolari leccete. Nell’area più alta si incontrano bei querceti ed in cima anche faggete. Il tartufo prolifera bene ed è rappresentato dai interessanti produzioni di T. borchii (bianchetto), soprattutto in pineta. Il T. aestivum la fa da padrona nei querceti di roverella e nelle leccete, dalle aree più basse fino agli areali in quota. Poi si passa ai Monti del Matese dove regna una realtà particolarmente interessante. I campi carsici del Matese vedono le produzioni del “Nero del Matese”, rappresentate dal T. mesentericum che in questi luoghi di pura faggeta acquisisce degli interessantissimi aromi. Ancora troviamo copioso il gradevolissimo T. uncinatum (scorzone d’inverno) del periodo tardo-autunnale. Le aree montane del Matese sono tra le più produttive di T.mesentericum dell’intero Appennino. E in ultima la pineta di Castelvolturno. Si tratta di una tipica “macchia mediterranea” costiera con dominanza del Pino domestico e da essenze arboree e floreali spettacolari. Questa flora, con la natura sabbiosa del terreno, fa proliferare il T.borchii (Bianchetto) con particolare importanza quali-quantitativa. Si trovano anche Terfezie, funghi ipogei, non commestibili, tipici delle aree Nord-Africane e Medio-Orientali. Un viaggio, quello alla scoperta del sottobosco casertano, che ci è stato possibile intraprendere grazie alla guida dell’instancabile Vincenzo D’Andrea, presidente della sezione tartufi dell’Associazione Micologica del Matese. Un viaggio durante il quale ci si rende ben conto che la mano dell’uomo mette spesso a repentaglio l’habitat naturale di questa meravigliosa creatura, ma questa è un’altra storia.

di Adele Consola.


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