Santa Maria C.V. Processo a carico di esponenti del clan Belforte si conclude con 2 condanne ed 11 assoluzioni: avevavo estorto 600 milioni di lire. Coinvolto un promoter finanziario del casertano.
Il promoter casertano si è trovato impossibilitato a restituire somme di danaro ai suoi clienti truffati con gli investimenti fasulli, e si sarebbe rivolto ad alcuni personaggi vicini al clan di Marcianise che lo avrebbero poi reso vittima di usura.
Il processo alla prima sezione penale (collegio C) del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Flora Mazzaro, è stato iniziato per i reati di usura ed estorsione ed era realtivo ad episodi commessi negli anni dal 1998 ail 1999: coinvolti alcuni esponenti del can di Marcianise capeggiato dai fratelli Salvatore e Domenico Belforte. Il processo si è concluso con due condanne a 7 anni di reclusione ed undici assoluzioni. Coinvolto nell’inchiesta anche l’imprenditore, Vincenzo Russo. Secondo il Pubblico ministero accusatore, gli indagati avrebbero cercato di ottenere, sotto minaccia, circa 600 milioni di lire, danaro che fu poi dato ad un ex promoter dell’Istituto bancario San Paolo di Torino, tale Giuseppe Raimondo, che era stato a sua volta coinvolo in una inchiesta finanziaria da investitori privati. Il promoter casertano si è trovato impossibilitato a restituire somme di danaro ai suoi clienti truffati con gli investimenti fasulli, e si sarebbe rivolto ad alcuni personaggi vicini al clan di Marcianise che lo avrebbero poi reso vittima di usura.