Terra dei Fuochi. Guerra mediatica sui prodotti campani senza precedenti: parole del sostituto procuratore Donato Ceglie.
Il nostro Sud e la sua economia vanno difesi a spada tratta. Nessuno che ha a cuore il proprio destino può chiamarsi fuori.
“E’ in atto una guerra mediatica che non ha precedenti in tutta la storia repubblicana. Io la chiamo la terza guerra contro il Sud. La prima è stata il traffico di fusti tossici dalle regioni del Nord a quelle del Sud. La seconda l’emergenza rifiuti”. Parole di Donato Ceglie, sostituto Procuratore generale della Repubblica, che certamente non lasceranno indifferenti coloro che in questi ultimi giorni sono stati risucchiati nella psicosi alimentaredei prodotti della nostra Regione Campania, e delle province di Napoli e Caserta in particolare. Eppure sembra a nulla essere servite le analisi della società tedesca che ha confermato come la mozzarella di bufala campana è ottima e non contiene alcun elemento nocivo alla salute. “C’è un quantitativo impressionante di video, prime pagine e articoli che presentano una situazione completamente inquinata. Ma lo fanno dando notizie confuse, opinabili, strumentali. La verità è che il problema non è assolutamente così grave come certi media lo vogliono far sembrare… vogliono mettere al tappeto il Sud, colpire i suoi due asset strategici: turismo e agroalimentare… vogliono distruggere la mozzarella e il pomodoro per guadagnare un 6 o 7% di quota di mercato. E attenti, ché l’operazione Pomì è solo la prima di una lunga serie che seguirà”. 15 milioni perduti solo dal comparto della mozzarella, con danni ingentissimi agli agricoltori. Eppure i prodotti delle nostre aziende sono presenti sul mercato nazionale ed estero da decenni e sono stati sottoposti ai tutti i controlli di qualità previsti dalle normative vigenti. E sono prodotti sani anche secondo le migliori Università. Non si può non essere con gli agricoltori campani, con la loro parte sana: sono loro i primi ad essere danneggiati dalla psicosi in atto. Però il sospetto del magistrato diventa anche il nostro: non possiamo permettere che quella che un tempo era la Campania Felix venga dipinta come il peggior posto al mondo, aprendo la strada ad attacchi speculativi che costringono gli agricoltori a svendere a prezzi irrisori i loro prodotti. Non possiamo consentire ad altre Pomì di approfittare della situazione per piazzare sul mercato i loro prodotti, in nome di una maggiore salubrità dei prodotti del nord che invece risulta essere un’affermazione di pura fantasia. Scendiamo in piazza e pretendiamo una tregua alla guerra mediatica che punta a svilire e deprezzare le nostre produzioni per poterle poi acquistare a prezzi stracciati, riproponendole sul mercato con l’etichetta della grande industria e della grande distribuzione. Il nostro Sud e la sua economia vanno difesi a spada tratta. Nessuno che ha a cuore il proprio destino può chiamarsi fuori.