Comuni

ailanoAILANO

Comune collinare di origine probabilmente antica; in attesa di valorizzare pienamente le proprie risorse naturali, fa affidamento sulle attività rurali. Gli ailanesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della comunità si divide tra la località di Le Vaglie, alcuni piccoli aggregati urbani (Cerqueta, Cerquito e Serretelle) e numerose case sparse sui fondi. L’abitato, arroccato su un colle, domina un’ampia vallata alluvionale solcata da corsi d’acqua e intensamente coltivata; alle sue spalle si ergono invece rilievi calcarei coperti da estese formazioni di roverella, carpino nero, orniello, cerro e acero. In questa zona boschiva trovano rifugio e cibo lepri, volpi, tassi, cinghiali e diverse varietà di uccelli rapaci mentre tra le coltivazioni del fondovalle si aggirano volatili di interesse venatorio, come il fagiano, la beccaccia e la quaglia.

alife veduta 600ALIFE

Il Comune di Alife fu costituito il 18 marzo del 1861. Il 16 agosto del 1882 cambiò il nome della provincia, da Terra di Lavoro a Caserta (Provvedimento di Variazione R.D. N. 1008 (3^ SERIE) del 16/08/1882 – Regio Decreto di pubblicazione della popolazione residente del Regno, accertata dal censimento geenrale del 31/12/1881, in cui attesta la nuova denominazione della provincia). Il 12 gennaio 1927 Alife passò dalla provincia di Caserta a quella di Benevento (Provvedimento di Variazione R.D.L. N.1 del 02/01/1927 – Documento G.U. N. 7 del 11/01/1927). Istituita la nuova provicia di Frosinone con in Comuni staccati dalla provincia di Roma e dalla soppressa Provincia di Caserta; aggregati alla Provincia di Benevento 16 Comuni staccati dalla soppressa Provincia di Terra di Lavoro (ora Caserta). Il 01/09/1945 il Comune di Alife tornò alla Provincia di Caserta, che fu ricostituita con i Comuni staccati delle Province di Benevento, Campobasso e Napoli. Questi i Comuni interessati dal Provvedimento: Ailano, Alife, Alvignano, Aversa, Baia e Latina, Caianello, Caiazzo, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello ed Arnone, Capriati a Volturno, Capua, Carinola, Caserta, Castel Campagnano, Castel di Sasso,  Castello del Matese, Castel Morrone, Castel Volturno, Cervino, Cesa, Ciorlano, Conca della Campania, Dragoni, Fontegreca, Formicola, Francolise, Gallo Matese, Galluccio, Gioia Sannitica, Grazzanise, Letino, Liberi, Maddaloni, Marcianise, Marzano Appio, Mignano Monte Lungo, Mondragone, Parete, Piana di Monte Verna, Piedimonte Matese, Pietramelara, Pietravairano, Pignataro Maggiore, Pontelatone, Prata Sannita, Pratella, Presenzano, Raviscanina, Recale, Riardo, Rocca d’Evandro, Roccamonfina, Roccaromana, Rocchetta e Croce, Ruviano, San Gregorio Matese, San Pietro Infine, San Potito Sannitico, Santa Maria a Vico, Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria la Fossa, Sant’Angelo d’Alife, Sessa Aurunca, Sparanise, Teano, Tora e Piccilli, Trentola-Ducenta, Vairano Patenora, Valle Agricola, Valle di Maddaloni, Villa Literno, Albanova, Arienzo San Felice, Atella di Napoli, Casalba, Fertilia, Frignano, Villa Volturno.

alvignano vespagiro 2015 aALVIGNANO

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua un’economia si basa principalmente sulle tradizionali attività rurali, recentemente integrate dal turismo ecologico. La stragrande maggioranza degli alvignanesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, si divide tra il capoluogo comunale e un elevato numero di case sparse sui fondi; solo una piccola parte della comunità risiede nella località di Marciano Freddo. Dall’abitato, che si estende lungo un’importante arteria viaria, si contempla un paesaggio piuttosto vario: rilievi collinari e di media montagna occupano infatti la parte sud-occidentale del comprensorio comunale, che per il resto si distende nel ripiano vallivo del fiume Volturno; sui primi predominano i boschi cedui di cerri, roverelle e carpini, nella vallata, invece, dilagano le colture promiscue.

baia latina municipio 600BAIA E LATINA

“Comune sparso”, con sede in località Baia. Di origine molto antica, è sostenuto dalle tradizionali attività agricole, silvicole e zootecniche ma, facendo leva sulle abbondanti attrattive paesaggistiche, sta tentando di incrementare il turismo ecologico. I baiardi e latinesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, risiedono prevalentemente nel capoluogo comunale, situato sulla riva destra del fiume Volturno; il resto della comunità si divide tra la località di Latina, alcuni aggregati urbani minori e diverse case sparse sui fondi. L’abbondanza di acqua e le caratteristiche geomorfologiche del territorio, classificato collinare e caratterizzato per la maggior parte da un profilo geometrico dolcemente ondulato, hanno notevolmente agevolato l’opera di trasformazione dell’ambiente: il comprensorio baiardo e latinese, così, è oggi occupato in gran parte da seminativi semplici e arborati; sui bassi rilievi che si ergono alle spalle dell’abitato domina invece una folta vegetazione boschiva, dove ancora si aggirano volpi, faine, tassi e cinghiali.

Caianello municipioCAIANELLO

“Comune sparso”, con sede in località Santa Lucia; di origine antica, trae sostentamento dall’agricoltura e dalla silvicoltura nonché dai discreti proventi del commercio. La comunità dei caianellesi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiede, oltre che nel capoluogo comunale, interessato da una significativa espansione edilizia, in alcune altre località, nei piccoli aggregati urbani di Cittadella e Lompari nonché in un discreto numero di case sparse sui fondi. Il profilo geometrico del territorio, classificato collinare e che si distende sulle fertili pendici di un antico apparato vulcanico, si presenta vario ma non aspro; assai diversificata è anche la copertura vegetale, che comprende, accanto alle specie spontanee (macchia mediterranea, boschi di querce e castagneti), vaste estensioni di seminativi semplici e arborati (appezzamenti coltivati, ondeggianti di messi nella bella stagione, filari di olivi e profumati frutteti). Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, raffigura, sullo sfondo del cielo, l’arcangelo Michele, che, brandendo una spada con la mano destra, calpesta il demonio incatenato.

Caiazzo incrocioCAIAZZO

Centro collinare di origine molto antica; la sua economia, ancora legata alle tradizionali attività agricole, è sostenuta anche dai settori secondario e terziario. La maggioranza dei caiatini, il cui indice di vecchiaia è nella media, si divide tra il capoluogo comunale e numerosissime case sparse sui fondi mentre il resto della comunità risiede nelle località di Cesarano e San Giovanni e Paolo nonché in alcuni minuscoli aggregati urbani. L’abitato, posto sul declivio di un colle che si affaccia sulla valle del fiume Volturno, presenta una regolare pianta a scacchiera. Nonostante le contenute oscillazioni altimetriche del territorio comunale, il paesaggio appare vario: alla preponderante presenza di colture promiscue nelle aree pianeggianti, rese fertili dall’abbondanza di corsi d’acqua, fa da contrasto, alle quote più elevate, la persistenza di formazioni boschive di cedui di rovere e leccio.

calvi risorta area archeologica antica calesCALVI RISORTA

Centro di pianura di origine molto antica, con un’economia basata prevalentemente sulle attività rurali e sul terziario. I caleni, che fanno registrare un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale, interessato da una significativa espansione edilizia; il resto della comunità risiede in un certo numero di case sparse sui fondi nonché nel piccolo aggregato urbano Calvi Vecchia. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico vario, abbracciando i contrafforti collinari del Monte Maggiore e una zona pianeggiante appartenente alla vasta piana solcata dal fiume Volturno. Il paesaggio, profondamente modificato dall’uomo nel corso dei secoli, è caratterizzato dai colori dei campi coltivati, dei filari di vite, degli oliveti e dei frutteti, che dalla pianura risalgono le pendici dei rilievi, sottraendo spazio alla preesistente vegetazione spontanea.

capriati al volturno 600CAPRIATI AL VOLTURNO

Comune collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; è sostenuto prevalentemente dalle attività legate alla terra. I capriatesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, affacciato sulla valle del fiume Sava, ma si distribuiscono anche in numerose case sparse sui fondi; solo una piccola fetta della comunità risiede nel piccolo aggregato urbano di Santojanni. Il paesaggio è ricco di contrasti: le zone più elevate del comprensorio comunale sono rivestite da una folta vegetazione boschiva mentre nel fondovalle la coltura della vite e dell’olivo testimonia l’operoso intervento dell’uomo. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato un capriolo d’argento, sovrastato da tre stelle d’oro a sei punte.

dragoni comune 600DRAGONI

“Comune sparso”, con sede in località San Giorgio; sorto nel Medioevo in un sito popolato fin dalla remota antichità; la sua economia, tradizionalmente basata sulle attività rurali, presenta un discreto sviluppo anche nell’industria e nel terziario. La comunità dei dragonesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, vive concentrata prevalentemente nel capoluogo comunale ma risiede anche nella località di Maiorano di Monte, nel piccolo aggregato urbano di Giusti e in diverse case sparse sui fondi. L’abitato, interessato da una significativa espansione edilizia, sorge in parte lungo un asse stradale, in parte in prossimità della sponda destra del fiume Volturno e in parte sul crinale del monte Conca. Le quote modeste, la struttura geomorfologica del territorio comunale (classificato comunale), l’abbondanza di acqua e la mitezza del clima, dovuta anche all’azione mitigatrice svolta dal fiume Volturno, che segna approssimativamente il confine settentrionale del comprensorio dragonese, favoriscono le attività agricole e l’insediamento; l’originaria e varia copertura vegetale di macchia mediterranea, ornielli, cerri, carpini e castagni sopravvive solo sulle alture più pronunciate, che si elevano nella sezione sud-occidentale del territorio comunale. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia un dragone nero seduto.

fontegreca comuneFONTEGRECA

Comune collinare di origine medievale; le tradizionali attività rurali, che costituiscono l’asse portante della sua economia, sono solo in parte integrate dalla nascente vocazione turistica. I fontegrecani, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale presenta sensibili oscillazioni altimetriche: alle spalle dell’abitato si erge una serie di rilievi montani, frequentati da numerosi animali selvatici (volpi, faine, donnole, tassi, cinghiali, gatti selvatici, fagiani e diverse specie di rapaci notturni) e coperti da un folto e vario mantello boschivo di querce, faggi, cipressi, ontani napoletani e pini rossi; nel fondovalle del fiume Sava si fanno invece spazio le coltivazioni.

gallo mateseGALLO MATESE

Comune di montagna, sorto probabilmente nella remota antichità; la sua economia, basata essenzialmente sulle attività agricole e zootecniche, mostra recenti aperture verso il turismo. La maggior parte dei gallesi, che presentano un elevato indice di vecchiaia, si divide tra il capoluogo comunale, adagiato nel fondovalle del fiume Sava, e la località di Vallelunga; il resto della comunità è distribuito nel piccolo aggregato urbano Ponte di Gallo e in un certo numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale presenta un profilo geometrico molto irregolare, dato dall’alternarsi di valli d’alta quota e rilievi montuosi di ragguardevole altezza. Rigogliosi boschi di querce e faggi occupano le pendici delle montagne, alternandosi a pascoli verdeggianti e cedendo il posto, in prossimità delle vette, alle rocce e alla brughiera d’altitudine; più in basso, tra i colori che caratterizzano le coltivazioni tipiche delle aree montane, si staglia l’azzurro del lago artificiale di Gallo.

Gioia SanniticaGIOIA SANNITICA

Centro collinare di origine probabilmente medievale, con un’economia di tipo rurale, basata sull’agricoltura, sulla zootecnia e sulla silvicoltura. I gioiesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, risiedono, oltre che nel capoluogo comunale, in alcune altre località e in un elevato numero di case sparse sui fondi. L’abitato, in fase di sensibile espansione edilizia, conserva abitazioni con logge architravate, che costituiscono un interessante esempio di architettura spontanea. Il territorio comunale, che presenta significative oscillazioni altimetriche, degrada da un lato verso la valle del fiume Volturno mentre dall’altro si inerpica in direzione della catena montuosa del Matese, raggiungendo la massima elevazione con la cima del monte Erbano. Il paesaggio, assai vario, è caratterizzato dal verde cupo dei boschi che ammantano le pendici dei rilievi e dai colori più brillanti dei seminativi e dei frutteti che prosperano nel fondovalle del torrente Advento, affluente del fiume Volturno. Quest’ultimo lambisce la parte meridionale del comprensorio comunale, segnandone il confine.

letino neveLETINO

Comune di montagna di origini molto antiche; la sua economia si basa sulle attività rurali e sul turismo. Solo una piccola parte dei letinesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, risiede in case sparse sui fondi; la maggioranza della comunità, infatti, vive concentrata nel capoluogo comunale; quest’ultimo, scaglionato sulle pendici del monte Preci e sovrastato dalla massiccia mole di un castello medievale, conserva tipiche abitazioni in pietra dotate di piccole aperture, così da godere di una migliore difesa dai rigori dell’inverno, assai rigido in questi luoghi. Il territorio comunale, caratterizzato da interessanti fenomeni carsici, come fiumi sotterranei e cavità ipogee, conserva per buona parte l’aspetto originario, contraddistinto dall’alternarsi di pascoli, rigogliose faggete e, in prossimità delle vette, brughiera d’altitudine. L’integrità dell’ambiente naturale ha favorito la sopravvivenza di numerose specie faunistiche rare o estinte altrove, come il lupo, il gatto selvatico, il cinghiale, l’aquila reale, il falco pellegrino e il corvo imperiale; il lago artificiale di Letino e le sue rive ospitano invece numerose specie stanziali e migratorie di uccelli acquatici.

marzano appio comuneMARZANO APPIO

“Comune sparso”, con sede in località Grottola; di origine antica; sede di una vivace produzione artigianale di oggetti in legno (cesti e barili), trae sostentamento principalmente dall’agricoltura e dalla silvicoltura. Buona parte dei marzanesi, il cui indice di vecchiaia è di poco superiore alla media, è concentrata nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce in alcune altre località (Ameglio, Campagnola e Tuorofunaro), in diversi aggregati urbani minori e in case sparse sui fondi. L’abitato, interessato da una discreta espansione edilizia, è in parte disteso sul crinale di una collina e in parte arroccato sulla cima di un piccolo rilievo. Il territorio comunale, classificato collinare, e che contiene un’isola amministrativa del comune di Roccamonfina, è scandito dalle curve regolari e smussate dei contrafforti collinari del monte Santa Croce, sulle cui pendici si alternano seminativi, vigneti e boschi di castagni, cerri e querce. Numerosi corsi d’acqua tributari del fiume Volturno solcano il comprensorio marzanese, offrendo rifugio a una ricca avifauna acquatica stanziale o migratrice, comprendente il fischione, il germano reale, la marzaiola, la moretta, la gallinella d’acqua e la folaga. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato un castello d’argento, formato da due torri e una cortina muraria munite di merli “alla ghibellina”; nel “capo” compare una croce a tau nera su fondo d’argento.

Mignano Monte Lungo, MunicipioMIGNANO MONTELUNGO

Centro collinare di origini molto antiche; accanto alle tradizionali attività rurali, ha sviluppato il turismo e l’industria. I mignanesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, risiedono per la maggior parte nel capoluogo comunale, arroccato su uno sperone tufaceo; il resto della comunità si distribuisce nelle località di Campozillone, Caspoli e Moscuso nonché in un gran numero di case sparse sui fondi. Il territorio comunale, bagnato dal fiume Peccia, presenta tratti di discontinuità nel profilo geometrico; è occupato in prevalenza da vaste estensioni boschive e da ampie zone adibite ai pascoli ma, nelle aree meno accidentate, è caratterizzato dalle linee regolari dei vigneti e dei seminativi.

piana di monte verna rotonda 600PIANA DI MONTEVERNA

Comune collinare di origine medievale, sorretto dalle attività rurali, dal comparto industriale dei prodotti lattiero-caseari e dal terziario. I pianesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, risiedono per lo più nel capoluogo comunale e in un gran numero di case sparse; il resto della comunità si distribuisce nella località di Villa Santa Croce e in alcuni aggregati urbani minori (Castello, Cerreta, Fagianeria e Scalzatoio). L’abitato, in fase di espansione edilizia, presenta un’ordinata struttura a scacchiera ed è adagiato nell’ampia parte pianeggiante del territorio comunale, caratterizzata dalla successione di appezzamenti coltivati dalle regolari forme geometriche, filari di viti, oliveti e frutteti; il comprensorio pianese comprende anche rilievi collinari, sui quali i pascoli contendono lo spazio a folti boschi misti (ornelli, carpini e cerri), popolati da volpi, tassi, cinghiali e gatti selvatici.

 

PIEDIMONTE MATESE

Istituito il 18/03/1861 col nome di Piedimonte, come Provincia di Terra di Lavoro, il 15/10/1862 ottenne il cambio di denominazione da Piedimonte a Piedimonte d’Alife (Nuova denominazione Piedimonte d’Alife assunta dal Comune di Piedimonte). Il 16/08/1882 cambiò Provincia, passando da quella di Terra di Lavoro a Caserta (Provvedimento di Variazione R.D. N. 1008 (3^ serie) del 16/08/1882 . Anche Pidimonte d’Alife passò alla Provincia sannita di Benevento, il 12/01/1927 (Provvedimento di Variazione R.D.L. N. 1 del 02/01/1927 – Documento G.U. N. 7 del 11/01/1927), per poi tornare a quella di Caserta il 01/09/1945 (Provvedimento di Variazione D.L.L. N. 373 del 11/06/1945 – Documento G.U. N. 85 del 17/07/1945). Ma Piedimonte nonvcambiò solo Provincia, ma chiese ed ottenne anche un secondo cambio di denominazione, stavolta in Piedimonte Matese, cosa che avvenne il 27/10/1970 (Provvedimento di Variazione D.P.R. N. 711 del 13/08/1970 – Documento G.U. N. 258 del 12/10/1970, con quesa descrizione: Nuova denominazione di Piedimonte Matese assunta dal Comune di Piedimonte d’Alife in Provincia di Caserta).

pietramelaraPIETRAMELARA

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia, incentrata sulle attività rurali, fa registrare anche un discreto sviluppo nell’industria e nel terziario. La maggior parte dei pietramelaresi, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, risiede nel capoluogo comunale mentre il resto della comunità si distribuisce prevalentemente in case sparse. L’abitato, interessato da una significativa espansione edilizia, è raccolto su un rilievo smussato. Il profilo geometrico del territorio comunale si presenta vario: una parte di esso, infatti, è pianeggiante, abbondantemente irrigata e caratterizzata dai colori dei seminativi e dei vigneti; il resto del comprensorio pietramelarese è invece occupato da rilievi alto-collinari e montani, popolati da volpi e cinghiali e rivestiti da fitti boschi di castagni, ornelli, carpini, cerri e pini nonché, in località Crucivalle, da una splendida faggeta. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un monte di pietre d’argento, sulla cui cima è posto un vaso di cotto sormontato da tre api d’oro.

pietravairano comunePIETRAVAIRANO

Centro collinare di origine medievale, la cui popolazione trae sostentamento dalle attività rurali nonché dal promettente avvio del terziario. La stragrande maggioranza dei pietravairanesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in numerose case sparse sui fondi e nella località di San Felice. Nell’abitato si possono distinguere il nucleo antico, percorso da viuzze gradonate e scaglionato sulle pendici di un rilievo, e la zona moderna, che si sta estendendo nella piana situata ai piedi dell’altura. Il territorio comunale copre con la sua estensione un’ampia zona pianeggiante, solcata da diversi corsi d’acqua e tappezzata di seminativi e pascoli; comprende anche alcuni rilievi di modesta altitudine, sui quali ornielli, frassini e roverelle si mescolano alle specie vegetali tipiche della macchia mediterranea. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “partito”: da un lato, in campo azzurro, compare un cane rosso, seduto su un monte “all’italiana” verde; dall’altro lato, su fondo rosso, campeggiano cinque spighe di frumento dorate, legate da un nastro azzurro svolazzante.

pignataro maggiore piazza umberto iPIGNATARO MAGGIORE

Centro di pianura di origine medievale, sorretto dall’industria, dal terziario e, in via leggermente subordinata, dalle tradizionali attività rurali. I pignataresi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale; il resto della comunità si distribuisce in numerose case sparse sui fondi e nei piccoli aggregati urbani di Stazione di Pignataro Maggiore, Taverna di Pignataro Maggiore e Taverna Vecchia. L’abitato, interessato da una discreta espansione edilizia, si distende sulle pendici di alcuni rilievi collinari, sui quali si alternano seminativi di collina ed estensioni di macchia mediterranea e querce. Il territorio comunale abbraccia per il resto un’ampia zona pianeggiante, un tempo paludosa e malsana e oggi caratterizzata dai colori brillanti e dai profumi dei seminativi, degli oliveti e dei frutteti. Un’esigua fascia di vegetazione tipica degli ambienti umidi incornicia ancora le sponde dei corsi d’acqua che bagnano la campagna pignatarese, offrendo riparo a folaghe, fischioni, germani reali e altri uccelli acquatici.

pontelatone comunePONTELATONE

Comune collinare di origine medievale, le cui principali risorse economiche sono rappresentate dalle attività rurali e dal turismo. La comunità dei latonesi, che presenta un indice di vecchiaia inferiore alla media, è distribuita nel capoluogo comunale, nella località di Treglia e negli aggregati urbani minori di Casalicchio, Funari, Pellegrino e Savignano nonché in un elevato numero di case sparse. L’abitato, che sta attraversando una fase di espansione edilizia, sorge, in posizione amena e suggestiva, su uno sperone di roccia che divide due valloni. Le oscillazioni altimetriche del territorio comunale sono piuttosto accentuate e il paesaggio assai vario: si passa, infatti, dai contrafforti del Monte Maggiore, rivestiti da uno scuro mantello di boschi di castagni, pini, cerri, ornelli, carpini e lecci, alla pianeggiante valle del fiume Volturno, caratterizzata dai colori chiari e brillanti dei seminativi semplici e arborati. Sulle rive del Volturno e degli altri corsi d’acqua che solcano il comprensorio latonese trova rifugio una ricca avifauna acquatica stanziale o migratrice, comprendente la garzetta, l’airone cinerino e l’airone rosso, il fischione, l’alzavola e il germano reale, mentre nei boschi si aggirano ancora volpi, lepri, tassi e cinghiali.

prata sannita castelloPRATA SANNITA

“Comune sparso”, con sede in località Prata Sannita Superiore; sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla preistoria; vive dei proventi dell’agricoltura ma si dedica con profitto anche al turismo e ad alcune attività industriali. La maggior parte dei pratesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, si distribuisce nel capoluogo comunale, situato su un pianoro, nella località di Prata Sannita Inferiore, tipico borgo medievale dominato da un massiccio castello, e in numerose case sparse sui fondi; il resto della comunità risiede in alcuni piccoli aggregati urbani (Casaminiera, Collelungo, Fragneto, La Piana, Pescheto, Sant’Agostino e Tartari). Il territorio comunale, classificato collinare, fa registrare sensibili oscillazioni altimetriche: a est dell’abitato si erge, infatti, il monte Favaracchi, coperto da boschi di castagni, querce e faggi, in parte distrutti per far posto ai pascoli, mentre dalla parte opposta si distende la valle del fiume Lete, regno dei seminativi e degli oliveti. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, campeggia una croce latina d’argento, posta su una campagna erbosa e sovrastata da tre stelle d’oro.

pratellaPRATELLA

Comune collinare, fondato nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla preistoria; la sua economia si basa sulle tradizionali attività rurali, sul turismo e su alcune recenti iniziative in campo industriale, legate soprattutto alla presenza nel comprensorio comunale di alcune sorgenti di acque minerali (nonostante tutto, fanno registrare valori negativi i saldi del movimento demografico, sia naturale che migratorio). Buona parte dei pratellesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, si distribuisce nelle numerose case sparse che costellano il territorio comunale; il resto della comunità risiede nelle località di Mastrati e Palombisci e nel capoluogo comunale. Quest’ultimo sorge su un colle, dal quale domina la verdeggiante vallata del fiume Lete, occupata prevalentemente da seminativi arborati di pianura e di collina; folti boschi di latifoglie coprono invece le pendici e la cima del monte Cappella, che si erge alle spalle dell’abitato, offrendo rifugio a numerosi animali selvatici (ricci, lepri, volpi, faine, tassi e cinghiali). Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurato un leone d’argento su fondo nero.

raviscanina comune 600x300RAVISCANINA

Comune collinare, fondato nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia poggia prevalentemente su attività tradizionali, come la viticoltura e l’olivicoltura. I raviscaninesi, il cui indice di vecchiaia è nella media, mostrano una netta tendenza alla dispersione: il numero delle case sparse, infatti, è di poco inferiore a quello delle abitazioni concentrate nel capoluogo comunale; quest’ultimo è esposto a mezzogiorno ed è situato in posizione dominante sulla valle percorsa dal fiume Volturno. Il territorio comunale fa registrare sensibili oscillazioni altimetriche, degradando da un lato verso l’ampia vallata del fiume Volturno e inerpicandosi, dall’altro, in direzione della catena del Matese. Vigneti, oliveti, seminativi di pianura e di collina e boschi di querce, castagni e faggi si susseguono, scandendo le fasce altimetriche e conferendo al paesaggio notevole varietà.

Roccamonfina: Piazza Nicola Amore

ROCCAMONFINA

Centro collinare, sorto nel Medioevo in un sito popolato fin dalla preistoria; è sostenuto dal turismo e dal suo indotto nonché dalle tradizionali attività rurali. La comunità dei roccani, il cui indice di vecchiaia è nella media, vive concentrata prevalentemente nel capoluogo comunale ma risiede anche in alcune altre località (Fontanafredda, Garofali, Torano e Tuoro di Tavola), diversi piccoli aggregati urbani (Cese, Filorsi, Lattani, San Domenico e Tavola) e un buon numero di case sparse sui fondi. L’abitato è interessato da una significativa espansione edilizia. Il territorio comunale, che possiede un’isola amministrativa nel comune di Marzano Appio, presenta forti oscillazioni altimetriche e un profilo geometrico irregolare: abbraccia, infatti, un vasto cratere vulcanico, ampiamente aperto a oriente e al centro e dal quale si elevano le vette del monte Lattani e del monte Santa Croce. Il patrimonio naturale, in gran parte ancora integro, annovera una straordinaria varietà di specie vegetali (castagni, carpini bianchi e neri, aceri, ornielli e, nel sottobosco, pungitopo, ciclamini, bucaneve, primule, orchidee spontanee e crochi) e faunistiche (cinghiali, volpi, rapaci diurni e notturni e rettili).

roccaromana

ROCCAROMANA

Comune collinare, sorto nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia è tuttora fondata sulle tradizionali attività rurali. I roccaromanesi, che presentano un indice di vecchiaia di poco superiore alla media, si distribuiscono nel capoluogo comunale, in alcune altre località (Santa Croce e Statigliano), nei piccoli aggregati urbani di Campomaggiore e Pastanelle nonché in case sparse. L’abitato, in fase di espansione edilizia, è raccolto su un dosso ed è sovrastato da un rilievo, su cui sorge un castello diroccato. Il profilo geometrico del territorio comunale si presenta vario: la parte sud-orientale del comprensorio roccaromanese abbraccia, infatti, una serie di rilievi alto-collinari e montani, su cui prosperano boschi di lecci, ornielli, carpini, cerri e castagni; la sezione settentrionale, invece, comprende una zona pianeggiante intensamente coltivata.

rocchetta e croce comune 600

ROCCHETTA E CROCE

“Comune sparso”, con sede in località Rocchetta, di origine medievale; la sua vocazione rurale convive oggi con il turismo e con l’industria. La comunità dei rocchettani, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, si divide tra il capoluogo comunale, raccolto su uno sperone, la località di Montanari, gli aggregati urbani minori di Biasi, Croce e Zeppetelli e alcune case sparse sui fondi. Il territorio comunale, classificato collinare, presenta un profilo geometrico vario e discontinuo: i valori altimetrici crescono rapidamente dal fondovalle del torrente Savone e raggiungono l’apice con la vetta del Monte Maggiore, a 1.037 metri di quota. I contrafforti di questo rilievo occupano gran parte del comprensorio rocchettano, che, essendo poco adatto alle coltivazioni, appare rivestito prevalentemente di boschi di lecci, cerri, ornielli, carpini e castagni, in parte distrutti da incendi o estirpati per far posto ai pascoli –in alcuni punti del territorio rocchettano è stata comunque condotta un’opera di rimboschimento con pini e altre conifere–. Sullo sfondo argenteo dello stemma, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre azzurra, merlata “alla ghibellina” e posta su una verde collina; ai lati della costruzione compaiono le lettere R e C rosse, puntate.

ruviano

RUVIANO

Comune collinare di origine medievale, in cui le attività del settore primario costituiscono ancora una fondamentale risorsa economica. I ruvianesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia molto elevato, mostrano una chiara tendenza alla dispersione: infatti, buona parte della comunità risiede in case sparse sui fondi mentre il resto di essa si divide tra il capoluogo comunale, raccolto su un colle, la località di Alvignanello e alcuni piccoli aggregati urbani (Ricci, San Domenico, Santa Maria e Tora). Il territorio comunale presenta un profilo geometrico vario ma non aspro; il paesaggio, modellato dall’uomo, vede il susseguirsi di appezzamenti coltivati, ondeggianti di messi nella stagione estiva, regolari filari di viti e oliveti, inframmezzati qua e là da distese di residua vegetazione spontanea. Giunchi, canne palustri, tife e gigli d’acqua, ma anche salici e qualche pioppo, incorniciano invece le sponde del fiume Volturno, che segna approssimativamente il confine orientale del comprensorio ruvianese. Sullo sfondo argenteo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un castello rosso, con porte e finestre d’argento e tre torricelle merlate “alla guelfa”; in alto, da un lato, compare un giglio d’argento.

San Gregorio MateseSAN GREGORIO MATESE

Comune di montagna, sorto probabilmente nel Medioevo; la sua economia, tradizionalmente fondata sulle attività rurali, è oggi sostenuta prevalentemente dal turismo. I sangregoriani, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, vivono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale; il resto della comunità risiede in case sparse sui fondi. L’abitato, che ha conosciuto una sensibile espansione edilizia, si distende lungo la strada che conduce al lago del Matese. Il territorio comunale, che comprende le cime più elevate della Campania, il monte Miletto e la Gallinola, presenta un profilo geometrico particolarmente irregolare e aspro; oltre all’incolto e ai prati di altitudine, il paesaggio contempla la presenza di estese formazioni boschive di querce e faggi, che in prossimità del lago del Matese, ubicato in una conca carsica incastonata tra le montagne, cedono il posto a seminativi e a pascoli. L’ambiente naturale, ancora integro, favorisce la presenza di una fauna ricca e varia: sulle rupi calcaree delle vette nidificano uccelli rapaci, come la poiana e la rarissima aquila reale; il bosco offre rifugio a volpi, lepri, martore, tassi, cinghiali, lupi, coturnici, astori e sparvieri mentre le rive del lago del Matese pullulano di numerose specie di uccelli acquatici stanziali o di passo (tra gli altri la folaga, l’airone cinerino, il germano reale e il nibbio bruno).

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SAN POTITO SANNITICO

Comune montano di origine molto antica, la cui popolazione trae sostentamento dall’agricoltura, dalla silvicoltura e dal vivace movimento turistico stagionale. I potitesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, hanno trovato nell’agro comunale condizioni favorevoli all’insediamento e la maggior parte di essi è distribuita in case sparse; il resto della comunità si concentra nel capoluogo comunale, situato in bella posizione panoramica e interessato da un’intensa espansione edilizia. Il territorio comunale, che confina con un’isola amministrativa del comune di Piedimonte Matese, presenta un profilo geometrico vario e sensibili oscillazioni altimetriche: infatti, copre con la sua estensione rilievi calcarei più o meno elevati, popolati da volpi, cinghiali, lepri e uccelli predatori e rivestiti da rigogliosi boschi di querce e faggi, oltre che da incolti e brughiera di altitudine; si estende però anche nell’ampia e fertile valle del fiume Volturno, dove invece dilagano seminativi, filari di viti e oliveti.

sant'angelo d'alife comuneSANT’ANGELO D’ALIFE

Comune collinare di origini molto antiche; in attesa di una maggiore valorizzazione delle attrattive naturalistiche locali, trae sostentamento dalle attività rurali. La distribuzione della comunità dei santangiolesi, il cui un indice di vecchiaia è nella media, rispecchia le opposte tendenze all’accentramento e alla dispersione: alle abitazioni concentrate nel capoluogo comunale corrisponde, infatti, un numero quasi eguale di casolari sparsi nell’agro circostante. Il territorio comunale, il cui profilo geometrico evidenzia forti oscillazioni altimetriche, si arrampica dolcemente dall’ampia piana solcata dal fiume Volturno verso le cime dei monti del Matese; il verde mantello boschivo che prospera alle quote più elevate, offrendo rifugio a numerose specie di animali selvatici (volpi, tassi, lepri e rari gatti selvatici), lascia il posto, ai piedi dei rilievi, allo scenario tipico della pianura intensamente coltivata. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Capo del Governo, è raffigurato l’arcangelo Michele nell’atto di calpestare il drago.

sparanise

SPARANISE

Centro di pianura di origine medievale; il terziario e un vivace apparato industriale rappresentano le componenti principali della sua economia. Gli sparanisani, che fanno registrare un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono concentrati prevalentemente nel capoluogo comunale, in fase di sensibile espansione edilizia. Il profilo geometrico del territorio comunale è nel complesso uniforme e contenute sono le oscillazioni dei valori altimetrici; il paesaggio mette in risalto la massiccia opera di trasformazione condotta dall’uomo nel corso dei secoli: da un capo all’altro dell’agro sparanisano si alternano, infatti, ampi appezzamenti coltivati dalla regolare forma geometrica, frutteti e ordinati filari di viti, soggetti a una suggestiva esplosione di colori nella stagione delle fioriture; qua e là sprazzi di macchia mediterranea testimoniano il rigoglio della vegetazione spontanea.

teano-ospedale 600TEANO

Cittadina collinare di origine molto antica, la cui economia si giova del contributo di tutti i settori produttivi. I teanesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, si distribuiscono uniformemente sul territorio comunale, risiedendo in svariate località e aggregati urbani minori, in un elevato numero di case sparse sui fondi e nel capoluogo comunale. Le oscillazioni altimetriche contenute, la mitezza del clima e la fertilità del territorio comunale, che possiede due isole amministrative nel comune di Caianello, favoriscono l’insediamento e le pratiche agricole; lo scenario naturale a occidente dell’abitato è tuttavia monopolizzato da folti boschi di castagni, cerri, ontani neri e faggi, dove è possibile raccogliere fragoline di bosco e funghi, avvistare cinghiali, volpi e altri animali selvatici e ammirare numerosi esemplari floreali rari (orchidee, narcisi, asfodeli, sigilli di Salomone e gerani).

vairano patenora chiesa san bartolomeoVAIRANO PATENORA

Centro collinare di origine probabilmente medievale; le sue principali fonti di reddito sono rappresentate dall’agricoltura e dal terziario. La maggior parte dei vairanesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, si divide tra il capoluogo comunale e la località di Marzanello; il resto della comunità risiede negli aggregati urbani minori di Acquarelli, Guardiole, Tramonti e Verdesca nonché in un discreto numero di case sparse sui fondi. L’abitato, il cui nucleo antico, sovrastato da un castello, presenta il pittoresco aspetto medievale, è disteso su un declivio collinare. Il paesaggio è caratterizzato dai colori brillanti dei seminativi e dei pascoli nonché dalle tinte più cupe della macchia mediterranea e dei boschi di misti di roverella, che ammantano le zone meno adatte all’agricoltura. Numerosi corsi d’acqua tributari del fiume Volturno solcano il territorio comunale, offrendo rifugio a varie specie di uccelli acquatici, come l’airone cinerino, l’airone rosso, il fischione, il germano reale, l’alzavola, la marzaiola e il martin pescatore. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia un lupo d’oro, posto su una verde campagna e sormontato da una croce di Malta rossa; al di sotto dello “scudo”, su un nastro bifido svolazzante azzurro, figura la scritta VAIRANUM IMPUGNANS IN NULLO PROFECIT in lettere maiuscole d’oro.

VitulazioVITULAZIO

Centro di pianura di antica origine; di matrice rurale, ha allargato il ventaglio delle attività economiche, rappresentate attualmente anche dall’industria e dal terziario. La maggior parte dei vitulatini, il cui indice di vecchiaia è inferiore alla media, vive concentrata nel capoluogo comunale; il resto della comunità si divide tra la località di Molinella, alcuni aggregati urbani minori (Agnena, Collicella, Fondillo, Pezzagrande e Taverna Marotta) e un discreto numero di case sparse sui fondi. L’abitato è interessato da una sensibile espansione edilizia, che l’ha portato a congiungersi con il limitrofo comune di Bellona. L’uomo ha profondamente modellato l’ambiente circostante per renderlo adatto alle proprie esigenze: il verde brillante delle viti e dei pascoli, quello più spento degli oliveti e il giallo dorato delle spighe che in estate coprono i seminativi sono i colori che oggi contraddistinguono la campagna vitulatina, un tempo ricoperta da vaste e malsane paludi. Le rive dei corsi d’acqua che bagnano il territorio comunale sono ancora orlate da un’esigua striscia di vegetazione tipica degli ambienti umidi, tra la quale trova riparo una ricca avifauna acquatica, comprendente anche specie rare, quali l’airone cinerino, il falco di palude e il martin pescatore.

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