PIEDIMONTE MATESE / ALIFE. Quale futuro per il Sannio ed Alifano in modo speciale?

A Piedimonte Matese bisogna dare spazio a nuove figure politiche capaci di non essere sudditi del proprio partito anche, che, come spesso fa, seleziona i meno capaci per far brillare il politico in carriera a Napoli e dintorni, che non conosce affatto o quasi la realtà piedimontese, alifana…

di Giuseppe Pace

Stiamo per consumare il nostro tempo di un altro anno, che è la fine della seconda decade del secondo millennio cristiano. Tutti si fanno gli auguri, ma allo scrivente piace ricordare e prospettare al lettore la simpatica previsione di uno scrittore di area patavina o padovana, di Piove di Sacco (PD), che a me pare possedesse bene il senso del limite che uno scrittore caiatino o caiazzano non riconosceva ai nostrani conterranei meridionali:”noi meridionali possiamo conoscere le stelle una ad una, ma il senso del limite non impariamo a conoscerlo mai”! Se così fosse dovremmo intravvederlo nella diversa velocità del sud e del nord nel procedere verso l’innovazione ed il futuro. Al sud la tradizione, più spessa (da cui l’epiteto terroni) frena la corsa verso l’innovazione più del nord, dove la tradizione è più sottile. Ma leggiamoci il pensieri di Gianni Rodari sul nuovo anno che è appena iniziato:”Indovinami, indovino, tu che leggi nel destino, l’anno nuovo come sarà? Bello, brutto o metà e metà? “Trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto, un Carnevale e un Ferragosto e il il giorno dopo del lunedi sarà sempre un martedi. Di più per ora scritto non trovo nel destino dell’anno nuovo: per il resto anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno”. Quale futuro per il Sannio e quello alifano in modo speciale? Quale futuro per Piedimonte Matese e la piedimontesità? La domanda sorge perché continua a calare la popolazione nel territorio piedimontese oltre quella del suo intero Matese di pertinenza: si conferma il trend negativo iniziato da anni e Piedimonte Matese dagli 11 mila e passa residenti è calato di oltre 500 unità, ancora di più i 17 comuni della sua comunità montana che sfiorano i 40 mila residenti (fanno eccezione Alife, Castello M. e pochi altri) dai 45 di 40 anni fa (Ciorlano e Gallo Matese sono i due comuni che maggiormente sono crollati di residenti). Le nazionalità estere più rappresentate sono la Romania con più presenti, soprattutto nel settore sociale delle badanti; a seguire la Moldavia, l’Ucraina, il Marocco, ecc. Una domanda sorge spontanea: che fine ha fatto, a parte eccezioni, la mentalità imprenditoriale del Sannio prima dell’emigrazione massiccia e piedimontese in particolare? Cosa si è sbagliato in questi ultimi anni di generale, evidente declino? La risposta, sempre personale, io la vedo nell’incapacità di trovare un’alternativa economica agli interventi pubblici, e ritornare in modo imprenditoriale autonomo all’economia locale innovata. Mi dispiace dirlo ma ad un cero punto qualcuno ha buttato là l’idea del turismo del recente passato e di quello che il parco naturale regionale del Matese, pardon nazionale con il Matese molisano, potrebbe fare crescere……!!!!!!!! Signori miei siamo in Campania e Molise interni (Piedimonte M., Alife, Caiazzo, Capriati al V., Venafro, Isernia, Bojano, Morcone, Guardiasanframondi…) e togliamoci un pò di quel prosciutto che copre gli occhi a troppi. Non pensiamo di risolvere le sorti locali e piedimontesi e paesi limitrofi con qualche giorno di abbuffate di gente da quasi tutta la vallata del medio Volturno o un convegno, concerto, ecc. che viene perchè…….! Ma ciò che veramente manca ai Sanniti di oggi e ai piedimontesi è un’identità, un operare per il bene comune, un tira a campà che non ci si può più permettere. Siamo la cittadina o paesone, che quando si solleva una pietra di pavimentazione, non la si rimette al suo posto ristuccandola, ma la si sostituisce con la toppa di catrame; dove l’arredo urbano è ancora un’utopia; dove non esiste una ZTL; dove su di una piazza, malgrado il divieto di ingresso, la sosta selvaggia la fa da padrona. Cari miei piedimontesi, con questa mentalità “tradizionale rafforzata dalla mancanza dell’onore”, non c’è futuro. Il mondo è sempre più specializzato ed esigente, ma ciò che ancora non riesco a condividere è la casta di certi politici (non dei saccenti e dei tuttologi che pure non mancano ma sono ingenui), quelli che detengono le verità assolute, che stroncano ogni novità che possa cambiare le sorti culturali ed economiche di questa bella e storica cittadina con la perla più antica d’Alife. Eppure non sono affetto dal morbo di pensare che i politici non servano, anzi sono troppo ridotti di numero gli interessati alla politica nobile del termine quella che s’interessa della res publica. Come tante volte ho detto, vedi anche libro dedicato a “Piedimonte M. e Letino tra Campania e Sannio” bisogna fare spazio alla meritocrazia e i partiti tradizionali e nuovi devono lasciare spazio alla società non invaderla con nomine funzionali solo alla crescita del feudo con il necessario consenso elettorale, magari con assessori o ex assessori che non sanno spiccicare tre parole proprie, ma solo quelle di circostanza, ma intanto rimpinguano il salario, spesso di docente in servizio: agli assessori piedimontesi spetta il 40% dell’indennità di carica del Sindaco, metà se in servizio o in pensione. Ma un’altra cosa che mi fa dissentire è vedere e sentire dai cortometraggi di un appassionato piedimontese adottivo che non poche delle poche Associazioni culturali localia, anche oggi, non rinnovano i vertici da decenni, ma uno stare insieme per le finalità statutarie non dovrebbe consentire presidenze a vita poiché frenano lo sviluppo del sodalizio stesso e della società di cui fanno parte. Piedimonte Matese rischia di diventare uno dei tantissimi paesoni poveri della Campania. Svegliamoci cari concittadini o così non c’è futuro per i giovani che faranno le valigie e cercare altrove il lavoro con la meritocrazia, che in Settentrione, in Gran Bretagna, in Usa, Canadà, Australia, si tocca con mano. Partiranno magari con la “valigetta 24 ore” e senza olio, caciocavalli e pane dentro per il viaggio e le prime necessità). Non ci meravigliamo se a Bojano come a Venafro, Piedimonte M. ed Alife. Si aprono attività imprenditoriali, nell’ara centrale gestite da proprietari, spesso una giovane signora romena, ucraina, marocchina, nigeriana, spesso laureate in economia internazionale, che parla un italiano fluente e con lessico appropriato, da anni immigrata in città con la famiglia. Come scrive il mio ex collega liceale all’estero e giornalista di Gualdo Tadino Alberto Cecconi:“Alcune hanno frequentato un corso di Caritas italiana come a Padova, Gualdo Tadino, ecc.. “Abbiamo organizzato un corso di formazione finanziato da Caritas coi fondi dell’8/oo dell’irpef alla Chiesa cattolica, lo hanno frequentato diverse donne di varie nazionalità e Naoual si è classificata prima nel concorso; è nato così il laboratorio da lei gestito insieme alla cooperativa ; un andamento positivo e promettente. Da ora in poi la bottega marcia da sé. Offre servizi di cucito, ricamo a macchina ed altri del settore, tra cui apprezzati interventi su borse ed altra oggettistica in pelle sintetica, effettua riparazioni sartoriali, produce tende, tovaglie. E’ nata una nuova azienda, c’è un posto di lavoro in più per una famiglia che vive qui a Gualdo Tadino. Adesso a Santa Maria degli Angeli stiamo per dare avvio ad un’analoga esperienza per costruire nuove opportunità di lavoro”. Naoual, dal suo canto, si dichiara “Felicissima. Ho tanti clienti, tanti amici, e mi piace il lavoro che è molto diversificato. Ne sono entuasiasta; e spero che in futuro anche altre persone possano lavorare con me. Ringrazio tutti, compresi i clienti e le che ancora mi danno una mano ed opportuni suggerimenti”. Hedi Khirat, il coordinatore della comunità islamica gualdese, partecipe alla piccola, bella festa, aggiunge: “E’ un buon esempio di avvenuta integrazione. Gli immigrati si sentono cittadini gualdesi e vogliono contribuire alla ricchezza di questo territorio. Non va dimenticato che proprio dagli immigrati arriva l’8% del pil italiano”. Un’operazione sicuramente felice; alla quale auguriamo cordialmente un pieno successo”. Nel Sannio molisano è più facile governare poiché i fondi regionali vengono spesi là e non sono pochi come nel Sannio Alifano dove giungono briciole sfuggite a Napoli metropoli e a Salerno. A Piedimonte Matese non mancano professionisti seri, capaci e la mentalità imprenditoriale è più spiccata di altre realtà analoghe campane. Anche la nuova stagione politica pare dia segnali non sempre negativi come nel recente passato feudale anche se non mancavano eccezioni. A Piedimonte Matese bisogna dare spazio a nuove figure politiche capaci di non essere sudditi del proprio partito anche, che, come spesso fa, seleziona i meno capaci per far brillare il politico in carriera a Napoli e dintorni, che non conosce affatto o quasi la realtà piedimontese, alifana, eccetera, eccetera.

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