PIEDIMONTE MATESE. “Votare a settembre un obbligo per la città. Il PD dice andate a casa? Peccato che dal Notaio la precedente volta l’esponente del PD non era presente”: Santillo preannuncia lo scioglimento.

“Non ho interessi personali a porre fine a questa amministrazione. Ho contro sia maggioranza che minoranza e non ricoprirò più la carica di consigliere provinciale. Ne ha senso pensare che lo possa fare per la mia candidatura alle regionali”.

Appuntamento già fissato dal Notaio per questa sera (salvo ripensamenti) per firmare le contestuali dimissioni dalla carica di consiglieri comunali, che di fatto porterebbero allo scioglimento del Consiglio comunale cittadino anzitempo, a cui dovrebbero prendere parte ben 10 componenti l’Assise: i tre consiglieri del gruppo “SiAmo Piedimonte”, Grillo, Petella e Riccitellli; i due del gruppo “Noi Piedimonte”, Civitillo e Ottaviani; le tre consigliere fuoriuscite dalla maggioranza, Masella, Bisceglia e Capone, oltre naturalmente a Santillo e Santopadre, da tempo fuoriuscito dal gruppo di maggioranza. “Siamo stati Uniti, per Piedimonte, durante la campagna elettorale, solo però, per i primi, troppo pochi mesi, della nostra amministrazione – confida lo stesso Gianluigi Santillo, consigliere provinciale e consigliere comunale, nonchè presidente dell’Assise, a Piedimonte Matese. Abbiamo condiviso l’entusiasmo di tanti giovani candidati senza alcuna precedente esperienza amministrativa e politica. E questo ci ha premiati. Abbiamo rappresentato la novità rispetto alle precedenti amministrazioni, che hanno avuto come protagonisti i soliti politicanti locali, per anni. lo ho una storia politica, a vari livelli, ingombrante, sicuramente rumorosa, ma nessuno può addebitarmi colpe per le vecchie amministrazioni di Piedimonte Matese. Non ho partecipato alla vita amministrativa della città né in passato né ora, proprio per consentire ai “nuovi” protagonisti di fornire il loro contributo. Mi avete messo da parte ma sono stato pienamente consenziente, perché consapevole che era giusto così. Ho dato la mia disponibilità a rappresentare il Comune in Provincia ed ho spesso interloquito con i rappresentanti degli enti sovracomunali. Ho reso disponibile la mia esperienza politica e le mie relazioni al fine di favorire iniziative sul territorio. Era il mio compito, non ho inteso chiedere altro. Ma di certo nessuno può impedirmi di intraprendere, dopo tanti anni di attività, un mio personale percorso politico. L’ho fatto in trasparenza, non utilizzando il mio ruolo politico per accaparrarmi consenso come invece hanno fatto due precedenti sindaci. Loro diritto farlo, non giudico, ma è utile dire che il mio percorso è diverso. Ho interessi personali a porre fine a questa amministrazione? Assolutamente no. Ho contro sia la maggioranza che la minoranza (come ovvio che sia) e non ricoprirò più la carica di consigliere provinciale con la delega all’ambiente, incarico che mi consente di intrattenere molte relazioni. Non ha alcun senso pensare che io possa proporre la fine di questa amministrazione per la mia candidatura alle regionali. Detto ciò la amministrazione doveva rappresentare il nuovo, doveva fornire un chiaro segnale di discontinuità verso il passato. Devo dare atto al Sindaco che ha scoperchiato tanti vasi e reso possibile documentare il disastro compiuto dalla precedente amministrazione comunale che ha prodotto un buco finanziario che non ha eguali nel nostro territorio. La vita amministrativa non può però essere finalizzata solo alla ricerca dei colpevoli, perché, contemporaneamente, occorreva ripartire, con coraggio. Porre fine e perseguire quotidianamente le malefatte della precedente amministrazione non può essere una attività fine a se stessa. Dal dissesto occorreva ripartire, con forza e coraggio. Doveva essere una opportunità. Ho chiesto mille volte atti di coraggio, atti per far ripartire la comunità ma la risposta era sempre e solo una: non possiamo rischiare conseguenze. Chi intraprende iniziative per una comunità rischia sempre, purché lo faccia in buona fede e senza interessi personali; deve farlo, soprattutto se rappresenti la città come primo cittadino. Che dire dei manifesti del PD. Addirittura ora si autoproclamano come coloro che hanno fatto proposte e hanno fornito soluzioni alla città che (lo dicono con fierezza) hanno amministrato per anni. amministrato creando un buco multimilionario e con una conclusione indegna per vicende di natura giudiziaria. Si parla di dignità e di interessi personali. Poi si pubblica un manifesto che è un attacco personale alla mia persona e non alla amministrazione che dicono di osteggiare, solo per fini politici, solo per la futura competizione elettorale. Questo si che è un interesse personale. Il PD dice andate a casa, peccato che dal Notaio eravamo in pochi, troppo pochi, la precedente volta. E che l’esponente del PD non era presente. Ora pare che il Sindaco intende convocare il Consiglio per lo stesso giorno, il 27 luglio, previsto come data ultima per porre fine alla amministrazione e consentire il voto unitamente alle regionali evitando un commissariamento lungo e dannoso. Votare a settembre è un obbligo per la città, poche settimane non cambieranno nulla e il bilancio potrà essere approvato come previsto dalla normativa vigente. Non si può rischiare di rimanere in totale stallo con un’amministrazione che è stata, purtroppo, incapace di fornire risposte ai tanti problemi di questa città. Ci dobbiamo dimettere”. 

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