PIEDIMONTE MATESE. Autonomia regionale più responsabilizzata in Italia e nel Sannio Alifano

“Mentre il Ministro Calderoli, subisce intimidazioni per non fare l’autonomia differenziata, nel Sannio Alifano c’è chi invita anche i partiti di maggioranza a Piedimonte Matese a votare come vuole la minoranza all’opposizione”.

di Giuseppe Pace

Mentre il Ministro Calderoli, subisce intimidazioni per non fare l’autonomia differenziata, nel Sannio Alifano c’è chi invita anche i partiti di maggioranza a Piedimonte Matese a votare come vuole la minoranza all’opposizione. Potrebbe essere un ennesima conferma del potere che logora chi non lo ha, parafrasando Giulio Andretti.

Eppure il Pd al nord Italia è per l’Autonoia regionale differenziata. “Ci auguriamo che tutti i consiglieri comunali votino compattamente a favore della mozione, facendo prevalere la difesa degli interessi dei cittadini su ogni altra considerazione o appartenenza partitica”. Il tema del riconoscimento di forme e condizioni particolari di autonomia per le Regioni ordinarie, ai sensi dell‘articolo 116, terzo comma, della Costituzione, si è imposto al centro del dibattito sul rapporto tra Stato e Regioni dopo l’esito non confermativo del referendum sulla riforma costituzionale, anche a seguito delle iniziative intraprese nel corso del 2017 dalle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.

Le Regioni del Sud Italia sono a dir poco perplesse sull’innovazione proposta dalle consorelle del Nord Italia. Molte città grandi e piccole del Sud hanno bilanci municipali in profondo rosso e quasi nessuno se ne meraviglia. L’Unità d’Italia viaggia ancora a due velocità dal 1861-66. La regionalizzazione significa fine del centralismo romano che invoca da decenni per non dire da sempre, la omogenizzazione o egalitarismo delle 20 regioni nazionali.

In attuazione della legge delega 5 maggio 2009, n. 42, recante i principi e i criteri direttivi per l’attuazione del federalismo fiscale, in riferimento all’art. 119 della Carta Costituzionale, sono stati emanati nove decreti legislativi, finalizzati a definire il nuovo assetto dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato e le autonomie territoriali. Il quadro attuativo della delega risulta implementato solo parzialmente nell’ordinamento, anche a causa di importanti mutamenti nel frattempo intervenuti nel quadro istituzionale della finanza locale: mutamenti che in più parti hanno inciso sull’impostazione del disegno della legge delega, e che sono riconducibili principalmente all’aggravarsi della crisi economica e finanziaria e alla conseguente necessità di una maggior centralizzazione delle decisioni di entrata e di spesa.

In tale assetto, peraltro, uno degli elementi più innovativi della disciplina federalista, costituito dai fabbisogni standard e dalle capacità fiscali, ha assunto un ruolo importante come criterio di assegnazione delle risorse agli enti locali. I continui aggiustamenti del sistema della fiscalità municipale rispetto a quanto delineato dal decreto legislativo n. 23 del 2011 (attuativo della legge n. 42/2009 sul federalismo fiscale) hanno dato luogo ad un quadro normativo mutevole e di complessa interpretazione, che ha determinato, di conseguenza, frequenti modifiche della disciplina di alimentazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale, ai fini dell’assegnazione ai comuni del gettito IMU di loro spettanza in forma territorialmente equilibrata.

Dal 2015 ha inoltre preso avvio l’applicazione di criteri di riparto di tipo perequativo, basati sulla differenza tra capacità fiscali e fabbisogni standard, per l’assegnazione di quote via via crescenti del Fondo, in un’ottica di progressivo abbandono della spesa storica.  Dal 23 settembre 2016 è in vigore in Testo unico sulle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche, attuativo della delega recata dall’articolo 18 della legge n.124/2015 di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.

Il provvedimento mira alla semplificazione e ricomposizione delle regole sulle società partecipate, introducendo una disciplina organica finalizzata all’efficiente gestione delle partecipazioni stesse ed alla promozione della concorrenza e del mercato, nonché alla riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica. Un decreto correttivo è stato pubblicato in gazzetta ufficiale il 26 giugno 2017. La disciplina del pareggio di bilancio costituisce per le regioni e gli enti locali la nuova regola contabile – in sostituzione del previgente patto di stabilità interno – mediante cui gli enti territoriali concorrono alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Essa, introdotta in via definitiva nell’ordinamento con la legge di bilancio 2017, stabilisce che il bilancio è in equilibrio quando presenta un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali.

La disciplina del pareggio di bilancio costituisce per le regioni e gli enti locali la nuova regola contabile – in sostituzione del previgente patto di stabilità interno – mediante cui gli enti territoriali concorrono alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Essa, introdotta in via definitiva nell’ordinamento con la legge di bilancio 2017, stabilisce che il bilancio è in equilibrio quando presenta un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali. A quando uno scatto d’orgoglio sano nello sperimentare l’Autonia differenzia regionale anche dal vasto territorio del Sannio Alifano?

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