ALIFE / PIEDIMONTE MATESE / BOJANO. Città, castelli, borghi e Vineria Elepha, punto d’incontro.

Da Ranieri Gaetani ai borghi medioevali, dalle vinerie al turismo, dalle associazioni ai buchi di bilancio.

di Giuseppe Pace

Nel saggio Canale di Pace. Evoluzione del cittadino, Amazon, libri.it, presentato dal nobile Ranieri Gaetani, mio compagno di scuola piedimontese, si delinea che i borghi medievali e le borgate moderne si svilupparono da processi urbanistici con epicentro il palazzo nobiliare e del possidente. Nei borghi nacquero i borghesi alcuni resisi non più servi della gleba con le arti liberali. Nacque così il cittadino, che vive del proprio lavoro, capace di pensare anche diversamente dal feudatario, che creava dipendenza anche di pensiero.

Sul Matese ed intorno ad esso vi sono paesi e borghi quasi del tutto abbandonati per l’emigrazione senza ritorno verificatasi negli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Oggi continua con le migrazioni verso ambienti con più opportunità lavorative dei giovani, soprattutto se hanno studiato non poco. Alife, del Matese campano, è la cittadina più ricca di storia e meriterebbe un maggiore flusso turistico. Questa estate rivisitandola ho conosciuto al punto vendita di vino di Castelvenere e d’incontri artistico-culturali. Lo ha aperto con entusiasmo il dr. In Scienze motorie e sportive, Leandro Sannullo, alifano con esperienza anche politica locale per avere svolto il ruolo di Consigliere comunale.

La sua Vineria si chiama “Vineria Elepha”. In agosto c.a,, con mia moglie, abbiamo rivisitato attentamente il prestigioso Museo Civico d’Alife, che è in procinto di mutare sede e va al nuovo palazzo vicino al teatro romano fuori Porta Napoli, ancora chiuso ai turisti, peccato. Un teatro analogo è ad Altilia, città romana coeva e importante come Alife, ma non è abitata, Altilia è tutta un museo a cielo aperto. Civita di Bojano, a pochi chilometri ad ovest d’Altilia ha un  meraviglioso borgo medievale, dov’è nato il Sindaco attuale di Bojano ed è abitato da poche persone tra cui turisti di fine settimana o d’estate come famiglie abbienti di bojanesi del centro cittadino in pianura, alle sorgenti del molisano fiume Biferno.

Il Sindaco, prof. di Lettere e preside della scuola media di Bojano, nonostante il buco di bilancio, fatto dai suoi predecessori, è riuscito a stanziare fondi per illuminare il castello, tagliare gli alberi che lo nascondevano e illuminarlo dall’esterno di sera. Dall’altro versante del Matese, quello meridionale, interi paesetti sono divenuti borghi come Ciorlano, Gallo Matese, Letino, Calvisi, ecc.. Sopra al Matese e in alto di Gioja Sannitica, che il mito vuole derivi dal tempio dedicato a Giano bifronte, c’è lo “spettro” del castello medievale risalente ai Normanni, come a Civita di Bojano, che a differenza di Calvisi, ha meno abitanti attualmente, anche per il clima più continentale e tutto montano, oltre i 700 metri di quota. Civita di Bojano, fa parte delle tre frazioni di Bojano: Moteverde e Castellone sono le altre due. Bojano, cittadina di circa 8 mila persone, ha una storia ricca e molti sono i professionisti delle arti liberali, manca la presenza di nobili come i Filangieri a S. Potito S. e i Gaetani a Piedimonte M..  Le mura megalitiche di monte Cila di Piedimonte M., pare che siano state la porta sud di Bovianum vetus, capitale del Sannio. Roma assorbì non poco della civiltà dei Sanniti e molti generali erano Pentri come Ovinio Rufo di Venafro che fu delegato della legione Gemina, che ad Alife l circolo archeologico fa rivivere. Della magnificenza dell’antica Bojano, come capitale del Sannio Pentro, è possibile ricostruire la sua estensione territoriale.

Di ciò ne parlano spesso l’Avv. Antonio Palmieri e il dott. Giuseppe D’Abbraccio dell’Associazione “Cuore Sannita” di Piedimonte Matese.  Dopo le relazioni, tutti abbiamo potuto gustare ciambelle calde e trippa ben cotta nonché vino del posto. Franco Mattei, animava il periodico “Il Borgo” di Sepicciano, frazione di Piedimonte M., dove scrissi anch’io. Egli conosce pure il mio libro “Piedimonte Matese e Letino tra Campania e Sannio”, donato a molti amici piedimontesi,  all’ASMV e alla biblioteca civica, Aurora Sanseverino, e ammirato, in particolare dal cinofilo, da Giovanni Consola, che lavora in Ferramenta di via Ferritto e uno degli animatori dell’Associazione “Amici di Pericle”.

Piedimonte M. ha decine di Associazioni culturali, ma pochesono attive e svincolate dalla tecnologia del consenso elettorale, che maggioranze ed opposizioni coltivano ad arte, purtroppo. Alife, come Piedimonte Matese, ha non pochi professionisti delle arti liberali, che sono cittadini e non sudditi poiché artefici del proprio ambiente, come definisco il cittadino in “Canale di Pace”. In questo saggio d’Ecologia Umana, 50 pag. sono dedicate dedicate alla transumanza (100, invece, ai castelli senza escludere l’ambiente campano (con i castelli matesini, Reggia di Caserta, Maschio Angioino E Palazzo dell’Università Federico II di Napoli), molisano (con castello di Roccamandolfi, Monforte, Pandone, ecc.), laziale (con Castel Sant’Angelo, ecc.) veneto (con le Ville Venete, I borghi e le piccole città   del Sannio sono ricche di testimonianze culturali del passato, sono più stimolanti per fare ricerca non solo storica, ma come dice William Mattei, sperimentando il nuovo turistico sull’armonioso borgo dei tanti che abbondano nel Sannio. A Faicchio (BN), c’è il castello, che fu usato come università turistica, ma tutto ciò che è pionieristico termina, purtroppo. Fuori del castello c’è una frase tinta su di una panchina, che mi piace riportare perché emblematica di un modo di pensare positivo e realistico. La nostra Democrazia ha generato un ceto politico poco attento alla cultura e considera il territorio comunale come una sorta di feudo elettorale, adattato al sistema di rappresentare il governo della res publica attuale. Eppure i privati cittadino sono capaci di esprimere cose egregie e brillanti come ha promosso l’Avv. Alessio Spina di Bojano, insieme alla Giornalista, Mina Capussi, che hanno saputo recitare, di sera con musica, danza ed attrici locali, Dante e Catullo al castello di Civita di Bojano. Spina fu mio ospite in Romania quando insegnavo al Liceo tecnologico Transilvania di Deva e mi ha fatto conoscere l’Arch. Fioravanti Vignone, di Colle d’Anchise, vero cultore dei reperti antichi e dei castelli molisani in particolare anche per il suo lavoro pluridecennale svolto nella Sovrintendenza delle Belle Arti, del Paesaggio, ecc. del Molise, garantendo un’invadenza burocratica napoletanocentrica. Con F. Vignone, abbiamo dedotto che i due schiavi su Porta Bojano di Altilia, sono ex guerrieri Daci poiché la nobile famiglia locale dei Nerati, come Nerazio Prisco, era influente nel consiglio imperiale di Traiano che conquistò la Dacia nel 2106 d. C.. Tale personaggio di Altilia, con tomba esterna le mura occidentali e fuori Porta Bojano, per un caso non divenne imperatore di Roma: Traiano lo aveva già designato, prima della sua morte improvvisa, la moglie dispose diversamente dalla volontà del marito. Soldi per mantenere attrattiva Altilia ne sono stati spesi e ancora di più a Bojano per arginare il primo tratto cittadino del fiume molisano, Biferno, i cui lavori devono ancora terminare.

Intanto il buco di bilancio comunale ha attraversato due amministrazioni responsabili di spese eccessive non controllate. Il castello di Bojano, diroccato non poco ma ancora, in parte, resistente per mura esterne ed interne, fu rocca imperiale di Rodolfo de Moulins del sec. XI, confermata poi dallo Svevo Federico II, “Stupore del mondo” per la cultura che possedeva e per le diverse lingue che parlava compreso l’arabo. Peccato che il Papa lo oscurò con l’oscurantismo culturale medievale che spesso ha contraddistinto il Vaticano i cui papa re non volevano altri re egemoni in Europa. Federico II valorizzò il suo vasto regno on numerosi castelli e a Bojano e seppe negoziare con Giuditta, moglie del nobile di Celano che possedeva l’imprendibile castello di Roccamandolfi e la spostò a Bojano. Il passato dei borghi e dei castelli deve servire per valorizzare a fini turistici, non solo estivi, le valli interne del Molise e della Campania, in calo demografico e spesso in declino socioeconomico.  Ad Alife come a Bojano reperti dei Sanniti non mancano, ma abbondano quelli di Roma caput mundi come la strada che scorre a nord del Decumano di Bojano di recente scoperta e valorizzata. I ruderi del castello bojanese stanno a sud di Bojano, sopra al Matese di Civita di Bojano posta alla quota altimetrica di San Gregorio Matese, antico borgo di Piedimonte Matese insieme a san Potito S. e a Castello del Matese. Piedimonte con questi tre borghi aveva una estensione di 72 kmq, solo Alife e Cusano Mutri oggi si estendono per circa 60kmq. Analogamente, non lontano da Calvisi e in alto, a nord o sopra. sta il castello abbandonato di Gioja S., che più di Bojano tenta una rivalorizzazione con opere di rifacimento parziale. Nel 1.050 il feudatario Normanno, Rodolfo de Moulins, occupò la contea di Bojano, edificando il Castello e l’intera fortezza che si estendeva su tutto il territorio attuale del borgo e svolgeva funzione di guardia sull’intera pianura sottostante o alta valle del Biferno. L’importanza storica di questa area sta nel fatto che proprio da Rodolfo de Moulins trae origine il nome della regione Molise, regione che oggi vogliono abolire dividendosela tra Puglia e Campania, mentre chi scrive proponeva e propone di rifare l’antico Sannio, non Molisannio, come i politici proporrebbero dimostrando la scarsa conoscenza della Storia, ma solo l’astuzia e l’equilibrismo politico nostrano. La eventuale istituzione amministrativa della Regione Sannio, se onora la storia, deve comprendere non solo il Molise e il territorio beneventano, ma pure il Sannio Alifano e i territori del basso Lazio ed Abruzzo nonché l’alta Puglia. Da  quasi 300 mila molisani ad 1 milione di sanniti!

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