PIEDIMONTE MATESE / PIETRAROIA. L’Homo sapiens nel Sannio tra storia naturale e sociale.

Il “Corridore del Cila” che pure è un fossile significativo della storia sociale locale dei Sanniti che avevano rapporti con i Greci della costa tirrenica da cui ebbero la statuetta sportiva.

di Giuseppe Pace, Naturalista

Del Sannio si conosce abbastanza la storia dal 290 a. C. con la quasi definitiva annessione di Roma dei Sanniti. Si conosce meno la Storia precedente e ancora meno quella naturale. Anni fa fece notizia mondiale la scoperta della capanna del paleolitico inferiore che racchiudeva ossa di diversi mammiferi, ma mancavano quelle umane. I reperti della Pineta d’Isernia tra i due corsi d’acqua, il Sordo ed il Cavaliere, vennero datati oltre 700 mila anni da Naturalisti e Geologi dell’Università di Ferrara. La paleosuperficie fece il giro dei prestigiosi musei mondiali fino a Venezia. Quell’anno portai a vedere, le scoperte paleontologiche del Sannio Pentro, i miei studenti del Liceo Scientifico Statale, Galileo Galilei, di Dolo (VE). Attualmente fa, di nuovo, notizia il rinvenimento di un dente umano rinvenuto ad Isernia. I media locali scrivono: ‘Rispunta’ il dentino del bimbo preistorico vissuto 600mila anni fa. In via del tutto eccezionale, il prezioso reperto rinvenuto nell’area di scavo del paleolitico nel 2014, domani tornerà in esposizione, anche se soltanto per due giorni, nelle sale del Museo Nazionale del Paleolitico. Un vero e proprio tesoro quello che, allo stato attuale delle ricerche, rappresenta il più antico resto umano della penisola italiana. Si tratta del primo incisivo superiore sinistro da latte di un bambino deceduto all’età di circa 5-6 anni. Nel più noto museo isernino dopo i saluti del professor Leandro Ventura, direttore del Polo museale del Molise, il sindaco Giacomo d’Apollonio ha parlato delle iniziative del Comune di Isernia per il Museo del Paleolitico. Infine, l’architetto Pietrangelo Izzo si è espresso sui progetti in corso per il Museo. La parola è passata poi alla docente dell’Unimol Antonella Minelli sulle “Testimonianze più antiche del popolamento dell’Italia nel quadro della preistoria europea” . “Il bambino di Isernia-La Pineta” è, infine, il tema curato dalla dottoressa Annarosa Di Nucci. Come è noto, il reperto rinvenuto viene attribuito a Homo heidelbergensis sulla base delle sue caratteristiche, per le sue dimensioni e per la sua età cronologica In Europa, infatti, Homo heidelbergensis è attestato a partire da circa 600 mila anni e rappresenta l’antenato dell’Uomo di Neanderthal che si diffuse successivamente in tutta Europa e che scomparve in seguito alla diffusione dell’Homo sapiens) almeno a partire da 40mila anni fa. Il dente umano rinvenuto ad Isernia rappresenta una scoperta straordinaria in quanto permette di fare luce sulla variabilità di Homo heidelbergensis, che sembra essere molto pronunciata, e di sottolineare la peculiarità dei resti umani italiani più recenti che mostrano spesso una persistenza di caratteri arcaici se confrontati al resto dell’Europa. L’Homo sapiens di Cro Magnon-vissuto da circa 40 mila anni- segue quello di Neanderthal-vissuto da circa 200mila anni- e questi segue l’Homo erectus fino all’Australopitecus afarensis di 3,2 milioni d’anni fa, con l’emblematico reperto di “Nonna Lucy” rinvenuto in Etiopia nel triangolo dell’Afar e pure mostrato a Venezia in una rassegna di Antropologia ”Alle radici dell’Uomo”. La storia naturale si studia molto nelle sedi universitarie in Paleontologia umana, zoologia, botanica, geologia, ecc. si studia poco a scuola dove è prevalente la storia sociale. Nel Sannio Alifano, che è parte significativa del Sannio Pentro, fa notizia frequente la serie d’incontri di esperti e politici sul dinosauro di Pietraroia (BN), “Scipionix samniticus” (detto Ciro anche se Nicola era più opportuno perché santo dedicato alla transumanza), un piccolo Celurosauro, parente del Velociraptor, del Cretacico di oltre 100 milioni di anni fa. Molti dei reperti fossili di Pietraroja sono osservabili al Museo di Paleontologia dell’Università Federico II di Napoli. Tra gli studiosi più noti si ricordano Scipione di Breislax al quale è stato dedicato il genere di Ciro, Volpe, Fittipaldi, Parona, Dal Sasso, Di Iorio, Garbetta, ecc.. A Piedmonte Matese, invece, si può osservare il “Corridore del Cila” che pure è un fossile significativo della storia sociale locale dei Sanniti che avevano rapporti con i Greci della costa tirrenica da cui ebbero la statuetta sportiva. Di tanto in tanto rileggo del Gruppo Nazionale Geografia Fisica e Geomorfologia la “Guida all’Escursione, donatami dal prof. A. Cinque dell’Università di Napoli, a cura di G. Bortoluzzi, C. Donadio, R. Mele, P. Romano, F. Russo, N. Santangelo e D. Sgambati. In essa si può scoprire non poco di storia naturale, anche del Sannio nostro che è ancora tanto da studiare e fare conoscere ai turisti che ancora pochi vi giungono perché si fermano alla Reggia di Caserta che ha poco più di due soli secoli. Il Sannio Alifano, invece, ha una storia sociale da far conoscere di ben oltre due millenni e i musei diffusi sul territorio sono ancora pochi e liberi da imperante burocrazia e frequentati da sparuti individui e gruppi d’iniziati o di addetti ai lavori. Ha ragione Antonino Di Iorio, noto e prolifico studioso del Sannio, che le Sovrintendenze spesso considerano i reperti ambientali quasi una loro proprietà privata e non facilmente la mettono in mostra al popolo, ma solo per studi di loro addetti a fini di carriere interne. Ma questo non è un problema solo delle Sovrintendenze meridionali è un problema generale dello Stato italiano che stenta ad essere un servizio per il cittadino non più suddito . Tale servizio deve essere trasparente, efficiente ed anche produttivo economicamente. Se lo Stato non è capace di erogarlo così si dia più spazio al privato che sa meglio organizzare i flussi turistici, la istruzione e formazione-educazione a scuola, ecc..

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