PIEDIMONTE MATESE / ALIFE / AILANO. L’indifferenza democratica ad Ailano come altrove nel Sannio Alifano e nel nostrano Mezzogiorno.

Quello che sorprende in modo eclatante è la scuola di massa dalla quale sono uscite le nuove generazioni, le precedenti erano a stragrande maggioranza analfabete o quasi.

di Giuseppe Pace

Anni fa scrissi un articolo di cronaca su un paio di aspetti concreti di Piedimonte Matese. Commentai una serena discussione con punti di vista diversi di 4 vecchi conoscenti ed amici di scuola degli anni verdi. Dopo inviai al quotidiano “casertano” l’articolo che fu pubblicato fedelmente. Uno dei 3 amici (appassionato anche di fotografie e mio coetaneo che cura un sito web sulla sua nativa cittadina) mi telefonò il giorno dopo l’incontro, dopo che gli avevo chiesto in e mail una foto di un particolare di Piedimonte M. e inviato la bozza dell’articolo, per dirmi di togliere i nomi e cognomi e se non lo avessi fatto, il fratello, più che lui, mi avrebbe potuto denunciare. L’articolo lo avevo già inviato, senza foto poiché, in genere, per economia di spazio non pone le foto. Dico ciò per evidenziare un aspetto del nostro bistrattato Mezzogiorno, dove sono tutti bravi a criticare genericamente i problemi insoluti e quelli dei governanti locali della res pubblica, ma quando c’è da esporsi prevale il timore, la paura e l’anonimato. Questo è, purtroppo, uno dei mali di noi meridionali soprattutto. L’Indifferenza verso chi amministra e verso la democrazia rappresentativa, pare sia in sensibile aumento e metà dei cittadini che vivono al Sud non va a votare. Ma ancora più alta è la percentuale dell’omertà, del non volere rischiare di proprio nel dire ad alta voce ciò che pensa. Allora siamo messi proprio male nella Democrazia del 2018 d.C.. Leggendo una lettera aperta a questo media online, mi viene di pensare che non è solo ad Ailano che la gente fa finta di non vedere e che ad Ailano come altrove nei comuni del Sannio Alifano siamo ancora all’epoca dei municipi padronali come denunciava lo studioso alifano Pietro Farina nella prima metà del secolo scorso quando relazionava al Prefetto di Caserta come Sottoprefetto. Egli scriveva che quando si viene eletti si considera propria proprietà il comune e ad essa possono avvicinarsi solo i parenti e gli amici, ma vanno allontanati soprattutto i capaci che vogliono contribuire ad amministrare. Ma rileggiamone un po’ della lettera citata:”Gentile redazione di “ matese news” vi affido questa mia breve lettera. Sono uno dei tanti cittadini AILANO oramai stanchi del clima che si vive nel nostro paese. Ailano è un paese diviso, dove si respira un clima teso, avvelenato da contrapposizioni, divisioni e rancori politici. Questo clima si manifesta in maniera evidente con continue “sterili polemiche” tra i vari contendenti del potere, polemiche che in alcuni casi sfociano anche nelle offese personali. Personalmente non mi sento rappresentato da nessuno di loro, nè dai Guelfi né dai Ghibellini né tantomeno dagli “ignavi interessati”( dal latino ignavus, pigro, indolente, nell’operare per mancanza di volontà) apparentemente disinteressati, in realtà molto “interessati” alla spartizione futura del potere. Ad Ailano basta una foto postata sui “social” per scatenare le polemiche, le accuse e gli insulti, che di certo non servono a migliorare la situazione o risolvere i problemi. Perché nel frattempo il nostro paese sta vivendo un lento ma continuo, quasi inarrestabile declino. Sui “social” la nostra amministrazione comunale è sempre presente ed attentissima ad intervenire e rispondere a chi evidenzia qualche problema, ma senza poi risolverli. Risposte con toni diversi a seconda della vicinanza politica o meno dell’interlocutore: con garbo, se i problemi sono sollevati da ipotetici suoi elettori (questioni relative alla mancata pulizia delle strade e dell’acqua solfurea); con toni sdegnati, e in maniera quasi sgarbata e prevenuta se a sollevare le critiche sono cittadini “vicini” all’opposizione. Un atteggiamento imparziale, di parte ed inaccettabile sembra quasi un’amministrazione solo di una parte non di tutti…Si parla tanto di politica, ma solo a parole, senza programmi e senza idee e soprattutto senza impegno. Ad Ailano la “politica” è stata scambiata per presenzialismo e personalismo, ogni occasione è buona per mettersi in mostra o per criticarsi reciprocamente, ma senza mettere mano ai problemi della collettività. I problemi ci sono e sono reali, nessuno può negarli come nessuno può negare che le risorse a disposizione siano poche, e allora dovremmo provare a risolverli tutti insieme, cittadini, amministrazione, minoranza e a smetterla con queste ridicole divisioni e critiche reciproche. Solo cosi potremmo migliorare la qualità della vita nel nostro paesello, perché le chiacchiere e le polemiche non migliorano lo stato delle cose, anzi”. Che fare? E chi lo sa esattamente il da farsi. Quello che a me sorprende in modo eclatante è la scuola di massa dalla quale sono uscite le nuove generazioni, le precedenti erano a stragrande maggioranza analfabete o quasi. Ma dove stanno i liceali, i laureati di Ailano o di altrove nel Sannio Alifano? Sono tutti assuefatti ala cultura dominante del tirare a campare o del ”chi te lo fa fare?”. L’omertà impera? Allora il voto di scambio ha raggiunto livelli esorbitanti nella nostra Democrazia rappresentativa tendente alla più matura partecipativa? Sembra di si. Molti sono i giovani che migrano ed emigrano dal proprio nativo paesetto e cittadine del Mezzogiorno, non sempre per motivi economici, ma per ”scappare” da un ambiente omertoso senza Democrazia! Non è che noi, “emigrati” dal Mezzogiorno, siamo tutti sensibili alla res pubblica e che l’amministra e governa. Un coetaneo molisano “emigrato” come me mi dice spesso quando legge alcuni dei miei articoli: “stai più attento che quelli ti menano” oppure quando lo incontro dopo le vacanze estive a Piedimonte Matese e dintorni: ”Sei ancora incolume?” Eppure l’ex collega ed amico ha una visione”comunista”, ma credo che come il 90% circa dei neocomunisti e Sessantottini, abbiano un’ideologia campata in aria e spesso li trovo anche su posizioni antisindacali. Ma allora abbiamo ragione nel ritenerli figli di una piccola e media borghesia parassitaria e meridionale? Molti lo sono ancora e i figli del popolo che hanno frequentato le scuole e le università che fanno nel Sannio Alifano? Gli pesa scrivere, organizzarsi e proporre soluzioni ai problemi del proprio paesetto di Aliano o di altri più piccoli e più grandi? Mha! A volte penso che il gruppo, come diceva un ex ispettore scolastico a Bojano, serve solo a difendersi o a offendere! E’ nelle capacità e volontà del singolo la soluzione? Sembra di si se è sensibile alla cultura civica e al progresso di tutti.

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