PIEDIMONTE MATESE. Atreju: ritrovarsi nella comunità, costruire il futuro.

La tre giorni di confronto, dibattito, ascolto è stata ancora una volta la conferma che la scelta della militanza, che diventa percorso di vita insieme a tanti fratelli, è quella giusta.

Ritorniamo da Atreju18, che per contenuti e proposizione politica è stata probabilmente una delle migliori edizioni, carichi ed desiderosi di rimetterci, da subito, al servizio del territorio. La tre giorni di confronto, dibattito, ascolto è stata ancora una volta la conferma che la scelta del percorso politico, che diventa percorso di vita insieme a tanti fratelli, è quella giusta, ed è la stessa scelta d’amore e di servizio che si rinnova ogni volta. Con orgoglio, rimboccandoci le maniche, affrontiamo adesso le nuove sfide che ci attendono. Vogliamo contribuire a costruire il futuro di questa nostra terra, che amiamo, e che ha bisogno di trovare nelle sue migliori energie umane la forza di rigenerarsi nell’obiettivo comune di migliorare. E’ per questo che, proprio dalla nostra comunità umana e politica, rilanciamo l’appello nazionale di Giorgia Meloni all’allargamento a chiunque ami l’Italia, e lo facciamo nostro qui sul territorio. Coraggiosamente vogliamo “rimettere in discussione casa nostra” per coinvolgere chi non vuol più stare a guardare o non si sente più rappresentato ma, insieme a noi, alla pari, è desideroso di dare il proprio contributo, per Piedimonte, per tutte le nostre comunità cittadine dell’Alto Casertano, per il nostro bel Matese, troppo spesso dimenticati. Tanti sono già pronti a stare con noi; amici con grande voglia, consenso ed esperienza. Un movimento nuovo, fondato sugli uomini e sui valori comuni, nel quale torni viva la partecipazione. E questo ancor di più in un momento storico ed in un territorio in cui c’è ancora chi, volgarmente, per proprio tornaconto personale mortifica la politica, degradandola al peggior trasformismo pur di conservare misere rendite di posizione. A noi non interessa garantirci il futuro personale “parlando ai moderati di centrodestra e centrosinistra (cit.)” perché è conveniente prendere (per sé e per gli amici) un po’ dalla provincia, un po’ dalla regione, un po’ da chissà chi. Di pavidi e opportunisti, questa terra, ne ha visti in abbondanza. Sono il peggior sottoprodotto della mancanza di Politica, ed è colpa anche nostra, e di questo ne facciamo autocritica forte. Ma proprio per questo, dalla politica, ripartiamo e rilanciamo. Il percorso è arduo, ma di coraggio siamo certi che ne troveremo in abbondanza. La costruzione di un grande movimento che unisca gli italiani parta dal basso, dai territori. Ad Atreju abbiamo raccolto l’ambizione di cominciare questa nuova sfida. Ora ci rivolgiamo ai tanti che sono stati alla finestra, e che oggi finalmente possono e vogliono tornare a crederci, guardando al destino della propria terra, prima che al proprio interesse particolare. Per quest’ultimo, ci si può altrimenti rivolgere ai nuovi eroi locali del trasformismo.

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