PIEDIMONTE MATESE / CAMPOLATTARO. Diga ed opere irrigue, Coldiretti incontra i sindaci: l’importante opera pubblica di gestione Consorzio Bonifica Sannio Alifano.

Saluti del direttore Gerardo Dell’Orto ed interventi del presidente Provincia Nino Lombardi, del direttore regionale Salvatore Loffreda ed il direttore del Consorzio Bonifica Sannio Alifano, Massimo Natalizio.

Incontro coi Sindaci del Sannio sulla questione Diga di Campolattaro e gli imminenti avvii dei lavori: “Il grande progetto della Diga di Campolattaro è un vantaggio per tutta la Campania, non solo per il Sannio. Ma se non completiamo ambiziosamente la parte dedicata alle opere irrigue – aggiunge Gennarino Masiello, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente della federazione provinciale di Benevento – rischiamo di fare la fine dell’eolico: territorio sacrificato per realizzare la più grande concentrazione di parchi, ma paghiamo la bolletta elettrica come gli altri”. Con un invito esteso ai Comuni interessati dalle opere di ingegneria idraulica ed a quelli potenzialmente interessati da nuova capacità di irrigazione. Saluti del direttore Gerardo Dell’Orto ed interventi del presidente Provincia Benevento, Nino Lombardi, del direttore regionale Salvatore Loffreda ed il direttore del Consorzio Bonifica Sannio Alifano, sede in Piedimonte Matese, Massimo Natalizio. “Alla Regione Campania chiediamo di mettere subito i circa 50 milioni che mancano per finanziare almeno la condotta principale, che parte dal punto di raccolta a valle della diga e arriva al Grassano, al confine con la provincia di Caserta, attraversando la valle telesina. La condotta irrigua e quella potabile devono camminare in parallelo. Abbiamo già perso 40 anni per una risorsa destinata fin da principio all’agricoltura – continua Masiello – almeno realizziamo contemporaneamente le due condotte e garantiamo ai territori attraversati la possibilità di irrigare i vigneti. Visto che le acque dei fiumi sono inquinate e non si vede soluzione per questo problema, cominciamo a dare una risposta immediata. I tecnici ci dicono che se tutto fila liscio, la conclusione dei lavori non avverrà prima del 2026. Perdere altro tempo adesso sarebbe davvero una beffa. Abbiamo già sollevato la questione quando a fine dicembre la Regione ha distinto in una delibera le linee di finanziamento del potabile e dell’irriguo, certa la prima, ignota la seconda. Per queste ragioni crediamo necessario informare i sindaci che la rivoluzione agricola del Sannio nei loro territori rischia di essere rimandata alle calende greche. Inoltre, le amministrazioni comunali a nord e a sudest della diga, ovvero il pre Fortore, le colline beneventane e il medio calore, devono sapere che pur essendo previste ulteriori opere per portare l’acqua anche in quei territori, ad oggi la copertura finanziaria non è proprio prevista. Serviranno pompe di sollevamento sulla diga a nord per servire l’area di Morcone e una traversa sul fiume Tammaro a sud per portare l’irrigazione fino ad Apice. Fare questo significa avere l’ambizione di cambiare la storia economica di un territorio, favorendo zootecnia e coltura ad alta redditività. Se non abbiamo questa visione, sciuperemo un’occasione irripetibile per il Sannio. Ai sindaci e ai consigli comunali chiediamo di sostenere con gli strumenti amministrativi questo percorso, che non può ammettere ulteriori rimandi. Ci giochiamo il futuro”.

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