PIEDIMONTE MATESE. Ambito Sociale, approvato il Piano 2019/2021: ma quanta fatica. Una gestione fallimentare: ora verso il Consorzio.

Piano in pratica approvato solo a consuntivo, via a nuove assunzioni, la commissione ristretta, le “porte girevoli”, le superficialità, volontariato solidaristico, il 60/70 % dei servizi previsti non attivati, 20mila euro per la digitalizzazione degli uffici…

Approvato, dopo vari tentativi, il Piano 2019 / 2021 dell’Ambito C4 inerente i servizi sociali offerti sul territorio a ben 31 Comuni ricadenti nel comprensorio. E già qui un fatto del tutto inconsueto: fondi spesi per servizi resi in un triennio che dovrebbero essere approvati all’inizio della progettazione ed invece vengono validati in pratica a consuntivo, alla fine cioè della terza annualità 2021 (l’Ambito ha bilanci propri indipendenti). Ora via, dunque, anche al piano concorsi e nuove assunzioni. Ma le criticità evidenziate dai Comuni, che hanno caratterizzato tutta la gestione dell’Ambito, c’erano e restano in tutta la loro crudezza (non certo migliorate, anzi, nel passaggio dalla gestione Rachele a quella Prisco): una gestione elaborata esclusivamente dagli Uffici di Piano, che hanno fatto di tutto ed anche indirizzato a tratti le scelte politiche, con sindaci di fatto spodestati anche dei più elementari ed opportuni atti di indirizzo. Diverse le sedute che si sono susseguite prima di arrivare a quella pacata e ragionevole di ieri, opportunamente presieduta, stavolta, dal sindaco Vittorio Civitillo, che da Piedimonte Matese ha la presidenza dell’Ambito essendo anche Comune capofila. Più di uno gli Enti che hanno contestato anche i dati contabili, diversi quelli che ne avevano chiesto il rinvio nelle sedute precedenti per meglio valutare, prima che all’ormai ex consigliere delegato (Emilio Iannotta, ndr) venisse ritirato l’atto conferito dal primo cittadino per una conduzione “poco istituzionale” dell’assemblea: il “decido io” ha messo in difficoltà molti compartecipanti, a cominciare dalla fascia tricolore piedimontese che aveva, invece, riposto in lui tanta fiducia tanto da attribuirgli la gestione di aree molto delicate, e diversi sindaci che avevano minacciato di abbandonare la seduta per una discutibile conduzione. Anche nella seduta di ieri sono venute a galla tutte le contraddizioni della gestione condotta dall’Ambito, con problematiche serie la cui soluzione non è ritenuta più procrastinabile. Pertanto, in maniera condivisa, nell’ottica di una politica che deve riprendersi il suo ruolo guida, si lavorerà per traghettare l’Ambito stesso verso un Consorzio. E per questo è già stata istituita una commissione ristretta che vedrà farne parte i Comuni di Piedimonte Matese, Riardo, Alvignano, Gioia Sannitica e Piana di Monte Verna. Nel deliberato è stata anche autorizzata la procedura tecnica finalizzata all’assunzione di ulteriori 5 unità di assistenza sociale, che si andranno ad aggiungere alle 9 tutt’ora in essere per portare il servizio alle 14 unità complessive (nel previsto rapporto di una assistente sociale ogni 5.000 abitanti, dunque 14 per i circa 70.000 abitanti di tutti i Comuni ricadenti nell’ambito). E per quelle in servizio si pone anche il problema della proroga essendo in imminente scadenza contrattuale. Da qui un’ennesima problematica sollevata, quella della continuità: non “porte girevoli”, dunque, ma si spera che in futuro servizi resi in maniera certa e continuativa possano essere anche più professionali. Quelle agognate professionalità dai più richiamate e portate all’attenzione, essendo le stesse soprattutto figure che analizzano dati sensibili a tratti con superficialità e che sono in contatto con strutture terze, vedi Comando Stazione Carabinieri, Procure delle Repubbliche, ma non sempre all’altezza del delicatissimo compito a cui sono state chiamate a svolgere. Ristrutturare l’organico dell’Ufficio di Piano è una priorità, e si spera che col costituendo Consorzio tutto possa assumere una forma giuridica diversa e possa avere una visione più completa e soprattutto esauriente: esiste adesso una sorta di volontariato solidaristico più che una accorta gestione amministrativa attenta alle reali esigenze dell’utenza ed una gestione imprenditoriale che necessariamente guardi anche ai costi in relazione ai servizi resi. Chiarimento non procrastinabile per il futuro la questione costi di gestione: un carrozzone con spese fuori controllo i cui servizi potrebbero essere resi in ambito locale, ogni Comune in forma propria, probabilmente con maggiore efficienza e con meno esosità. Rivedere la organizzazione degli uffici una necessità: il 60 / 70 % dei servizi previsti non sono stati attivati sul territorio; erano previsti 20.000 euro per la digitalizzazione degli uffici ma non utilizzati; il Comune capofila stesso vanta crediti nei confronti dell’Ambito stesso. Tutte criticità che non sono passate inosservate allo stesso revisore dei conti chiamato a relazione sugli atti contabili.

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